Secondo le ultime notizie, i risultati dall'indagine USA aperta lo scorso aprile sulle importazioni siderurgiche dovrebbero essere annunciati questa o la prossima settimana. Alcuni sostengono che l'amministrazione Trump potrebbe pubblicare il proprio report poco prima del vertice del G20 del 7-8 luglio. "Potrebbe trattarsi della più importante decisione degli ultimi decenni in tema di commercio" ha detto Edward Alden, membro del Council on Foreign Relations.
Canada, Messico, Brasile, Unione Europea e Giappone sono tra i principali esportatori di acciaio negli Stati Uniti. La Cina, che Trump ha accusato di danneggiare l'industria siderurgica statunitense, lo scorso anno si è classificata all'undicesimo posto tra i maggiori esportatori di acciaio negli USA, ma secondo gli esperti di commercio internazionale potrebbe essere ancora nel mirino di dazi e contingentamenti a causa del problema mondiale dell'overcapacity. Altri paesi che potrebbero essere colpiti dai risultati dell'indagine statunitense sono la Corea del Sud e il Vietnam.
Intanto, il commissario europeo per il commercio Cecilia Malmström ha chiesto con forza all'amministrazione Trump di non procedere con una generica tariffa sulle importazioni siderurgiche, spiegando che un provvedimento del genere sarebbe assai dannoso per l'Europa, la quale non esiterebbe a mettere in campo contromosse riguardanti non solo i prodotti siderurgici, ma anche i beni di altri settori, come quello agricolo (che esporta dagli USA circa il 25% della propria produzione).
Le possibili conseguenze dell'indagine USA hanno già scatenato le proteste di Canada, Messico, Germania e altri paesi. L'acciaio proveniente dall'Europa, dal Canada e dal Giappone potrebbe essere quello maggiormente colpito qualora gli Stati Uniti decidessero di proteggere la propria sicurezza nazionale mediante l'imposizione di tariffe commerciali.
L'ipotesi di misure restrittive sui paesi esportatori di acciaio negli USA, insieme alle minacce di abbandono del NAFTA e di altri accordi da parte dell'attuale amministrazione USA, stanno incoraggiando molti paesi a ricercare accordi commerciali bilaterali. Giappone e Unione Europea, ad esempio, sembrano vicini al raggiungimento di un ampio accordo sul libero scambio. "Siamo in una fase molto intensa delle trattative - ha detto la Malmström a tale proposito - e speriamo di chiudere un accordo di massima in tempi brevi".