Dazi USA, le reazioni dall'Europa e dal resto del mondo

venerdì, 09 marzo 2018 17:26:01 (GMT+3)   |   Brescia
       

La notizia della firma da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump dei provvedimenti che istituiscono dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio ha scatenato un coro di proteste nel resto del mondo. 

"L'UE è uno stretto alleato degli Stati Uniti e continuiamo a essere del parere che debba essere esclusa da queste misure" ha detto il commissario europeo al Commercio, Cecilia Malmstroem. "Cercherò maggiore chiarezza su questo tema nei giorni a venire. Ne discuterò con il rappresentante USA per il commercio Robert Lighthizer, che incontrerò sabato a Bruxelles". 
"Noi non possiamo essere una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, per cui contiamo di essere esentati dai dazi", ha spiegato il commissario. Se Trump non esenterà l'UE dai dazi su acciaio e alluminio, questa "rimarrà pronta a prendere rapidamente contromisure" per difendere gli interessi europei.

D'accordo il vicepresidente UE, Jyrki Katainen, per il quale "il primo obiettivo è il dialogo con gli Stati Uniti evitando danni collaterali". Ciononostante, "Se si avverasse il peggior scenario possibile - ha proseguito Katainen - saremmo pronti a portare gli USA dinnanzi al WTO". 
Katainen ha voluto sottolineare che Trump non potrà derogare uno Stato membro dell'UE dal rialzo dei dazi USA su acciaio alluminio senza estendere automaticamente l'esenzione a tutti gli Stati membri dell'UE. "Ci aspettiamo che l'UE sia trattata come un blocco unico, non possiamo accettare che sia divisa in categorie differenti. Se gli Stati Uniti cercassero di fare un'eccezione per uno dei nostri Stati membri, significherebbe fare un'eccezione per tutta l'UE", precisando che la UE ha regole rigide sugli aiuti di Stato che dovrebbero "rassicurare" gli USA sul fatto che l'industria non ha sussidi. 

"Deploriamo profondamente l'annuncio di Trump sui dazi. L'UE non vuole una guerra commerciale. Ma non accetteremo questo comportamento aggressivo dagli USA senza reagire". Così su Twitter il presidente del gruppo PPE all'Europarlamento Manfred Weber. "L'Europa deve essere chiara e ferma ma proporzionata nella sua risposta agli USA", ha aggiunto Weber. "Dovremmo rimanere calmi e agire in modo razionale. L'Europa crede nella partnership e nella costruzione di ponti. Il commercio equo e libero tra le nostre economie va a vantaggio delle persone", ha concluso Weber.

Intanto, il ministro tedesco dell'Economia Brigitte Zypries ha denunciato "il protezionismo" americano, definendolo "un affronto a partner stretti come la UE e la Germania, nonché al libero scambio". Per la Zypries "contro l'avviso del suo stesso partito, di molti imprenditori ed
economisti" Trump ha deciso di isolare il Paese, violando le regole dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Anche la cancelliera Angela Merkel ha espresso preoccupazione, ma adottando toni più vicini a quelli del commissario europeo al Commercio, dicendo che è da preferire "sempre il dialogo" per evitare una guerra commerciale, perché "nessuno la vincerà". 

La Francia "deplora" la decisione del presidente Trump e, secondo il ministro dell'Economia Bruno Le Maire, la reazione "può essere soltanto collettiva al livello europeo, se vogliamo che sia efficace. Una guerra commerciale tra USA e resto del mondo farà solo dei perdenti".

Il presidente della BCE Mario Draghi ha definito ogni azione unilaterale sul commercio estero come "pericolosa". "Se metti tariffe contro i tuoi alleati - ha aggiunto - ci si chiede: chi sono i nemici?".

"USA e UE sono alleati naturali - ha dichiarato il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani -. Dovremmo collaborare per affrontare le pratiche commerciali sleali che distruggono i posti di lavoro, non combatterci tra di noi".

Nel frattempo, undici Paesi rispolverano il patto commerciale transpacifico (TPP) in funzione anti-USA, abbassando i dazi proprio mentre Donald Trump annuciava di stare per firmare i dazi su acciaio e alluminio. I ministri degli Esteri di Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam hanno formalmente istituito il Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (Cptpp), un accordo che riguarda un mercato di mezzo miliardo di persone e che vale il 13,5% dell'economia globale. Obiettivo principale dell'accordo è ridurre le tariffe commerciali tra i paesi membri, ma anche armonizzare i regolamenti sul commercio, o quanto meno renderli trasparenti. Una volta firmato, l'accordo entrerà in vigore 60 giorni dopo la ratifica da parte di almeno sei degli 11 paesi.
Trump aveva ritirato gli USA dal TPP lo scorso anno, alimentando le preoccupazioni. Gli 11 paesi rimasti, però, hanno deciso di andare avanti per difendersi dal protezionismo americano. "Il commercio internazionale è vivo e vegeto, contrariamente a quanto ritengono alcuni", ha detto Heraldo Munoz, ministro degli Esteri cileno.

Infine, la Cina ha denunciato un "attacco" al sistema commerciale multilaterale: "L'abuso della clausola di sicurezza nazionale da parte degli Stati Uniti costituisce un deliberato attacco al sistema commerciale multilaterale incarnato dall'Organizzazione mondiale del commercio e avrà certamente un grave impatto sul sistema commerciale mondiale" ha affermato il ministero del Commercio cinese in una nota. "La Cina vi si oppone fortemente", ha aggiunto.

I dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio entreranno in vigore negli USA nel giro di 15 giorni, fatta eccezione per i paesi esentati, come Canada e Messico.


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