Secondo quanto riportano i media, la Cina avrebbe presentato una denuncia al WTO contro le tariffe della Section 232 adottate dagli USA sulle importazioni siderurgiche. La Cina sostiene che le tariffe rappresentino una violazione delle regole del commercio internazionale, e avrebbe richiesto 60 giorni di consultazioni con gli Stati Uniti. Se i colloqui non avranno esito positivo, secondo il WTO, il passo successivo potrebbe consistere in una richiesta da parte del governo cinese di una sentenza di un gruppo di esperti del commercio.
A fine marzo, il governo cinese ha pubblicato un elenco di prodotti statunitensi, tra cui carne di maiale, mele e tubi in acciaio, che potrebbero essere soggetti a tariffe ritorsive per un valore di 3 miliardi di dollari qualora Trump non riuscisse a trovare un accordo per sanare la disputa tariffaria. Il presidente americano ha inoltre minacciato di aumentare i dazi sui prodotti cinesi per 50 miliardi di dollari in risposta a un presunto furto cinese di segreti industriali, con violazione della proprietà intellettuale di software, brevetti e tecnologia made in USA.
La Cina è stata una delle principali fonti di importazione di acciaio per gli USA, con un picco di 2.161.101 tonnellate di prodotti nel 2015. Tuttavia, pesanti dazi antidumping/compensativi hanno ridotto queste importazioni a 740.126 tonnellate nel 2017.