Dopo un mese vivace con prezzi in rialzo e una buona domanda, il sentiment nel mercato del rottame italiano all’inizio di aprile risulta meno positivo e la disponibilità bassa: «Non si prevedono riduzioni significative» ha dichiarato Assofermet nella consueta nota mensile sul mercato delle materie prima per la siderurgia. «È doveroso, tuttavia, segnalare che le acciaierie, soprattutto i produttori di vergella e tondo, hanno visto calare i propri ordini di vendita e difficoltà a sostenere i prezzi, probabilmente per le incertezze sugli sviluppi del PNRR, a conferma del fatto che diversi cantieri legati a questo piano si sono fermati e numerose gare d’appalto per futuri lavori sono andate deserte».
Nel mercato del rottame internazionale il mese di marzo ha registrato un andamento rialzista: «Sul mercato turco si è registrato il consolidamento degli aumenti dei prezzi di fine febbraio con picchi verso metà mese – grazie ad una buona domanda – mentre l’ultima decade è stata caratterizzata da una riduzione delle quotazioni principalmente dovuta alle interruzioni degli acquisti da parte delle acciaierie turche» ha affermato Assofermet.
Stesso andamento anche sui mercati asiatici, seppur con variazioni di prezzo più contenute.
In Europa il trend rialzista ha seguito tutto il mese di marzo con un leggero rallentamento delle trattative a fine mese, che non ha però portato a riduzioni di prezzo.
Quantitativi ridotti, a marzo, per il rottame inox, sia per quanto riguarda la produzione che il consumo. «L’andamento delle quotazioni è risultato nel complesso stabile per buona parte del mese, mentre si è registrata una leggera riduzione nell’ultima decade».
A livello internazionale ci sono state piccole finestre in cui sono state chiuse delle esportazioni, con quotazioni legate all’andamento del cambio euro/dollaro. «La domanda nel complesso non è stata importante e quindi i prezzi non hanno registrato particolari picchi» ha precisato Assofermet.
Rialzo in dollari nel mese di marzo per la ghisa d’affinazione, in gran parte assorbito da un cambio euro/dollaro che ha visto l’ulteriore indebolimento della moneta europea. «Persiste la differenza di prezzo fra i vari produttori di ghise (russi, ucraini e brasiliani), dove le quotazioni più alte sono state registrate nelle vendite sul mercato statunitense» si legge nella nota diffusa. «La disponibilità di materiale permane buona, grazie al fatto che la domanda da parte delle acciaierie, nel complesso, non è stata particolarmente importante».