Nei primi nove mesi dell'esercizio 2015/2016 il plantmaker italiano Danieli ha registrato un utile netto di 54,4 milioni di euro, in calo del 56% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente. Lo annuncia la società in una nota, indicando inoltre, per lo stesso periodo, ricavi pari a 1,691 miliardi, in contrazione del 15% su base annua. L'EBITDA è diminuito dell'11%, a 154 milioni di euro. Intanto, la posizione finanziaria netta è ammontata a 823 milioni di euro, scendendo del 14% rispetto al 30 giugno 2015. Cala del 10% il numero dei dipendenti, ora a quota 9.808. Il portafoglio ordini è a quota 2,9 miliardi, in contrazione del 6% rispetto a giugno 2015.
La società spiega il calo dei ricavi con la diminuzione del fatturato nel settore Plant Making (ingegneria e costruzione impianti) "per un avanzamento inferiore al previsto e legato ad eventi imprevisti nelle aree di realizzazione impianti e che ad oggi stanno progressivamente recuperando, ed una diminuzione del fatturato pure nel settore acciaio (Steel Making) per prezzi di vendita inferiori rispetto al 2014/2015, essenzialmente legati alla diminuzione dei costi delle materie prime e ad un mercato depresso in Italia ed in Europa". Danieli ha aggiunto tuttavia che "il minore volume di ricavi del Gruppo rispetto alle previsioni d'inizio anno sarà recuperato in parte nell'ultimo trimestre".
Quanto alle previsioni per l'anno in corso, Danieli precisa che "l'anno 2016 si prospetta incerto. Rimane ancora debole la domanda di acciaio legata al mercato delle grandi opere infrastrutturali e solo nel 2017 e nel 2018 si presume potrà esserci un consolidamento della domanda sia per investimenti fissi sia per prodotti di qualità per l'industria meccanica, cantieristica e trasporti. Rimane inoltre tesa la finanza di molti paesi in via di sviluppo per il basso prezzo dell'oil barrel e gas da un lato e, dall'altro, l'instabilità in Nord Africa e le sanzioni alla Russia, che deprimono consumi e domanda di nuovi impianti".
I conti del periodo e l'andamento dell'attività, conclude la nota, "fanno prevedere, al momento, risultati a fine esercizio leggermente inferiori rispetto alle previsioni di inizio anno, ma con una marginalità percentuale in linea con le aspettative".