Il gruppo Danieli, leader nella produzione di impianti siderurgici con sede a Buttrio (Udine), ha pubblicato i risultati relativi al primo trimestre dell'esercizio 2015/2016, terminato lo scorso 30 settembre.
Nell'esercizio è stato registrato un utile netto di 22,5 milioni di euro, in calo del 58% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I ricavi allo stesso tempo sono diminuiti del 15% a 556 milioni, mentre l'EBITDA del 22% a 28,1 milioni. Il numero dei dipendenti è infine passato da 10.954 a 10.573.
Il portafoglio ordini del gruppo risulta in linea con i valori espressi alla fine dello scorso esercizio, ed è ben diversificato per area geografica e per linea di prodotto. Al 30 settembre 2015 è ammontato a 3.094 milioni di euro (di cui 154 milioni di euro nel settore degli acciai speciali), rispetto ai 3.155 milioni di euro al 30 giugno 2015 (di cui 169 negli acciai speciali).
L'azienda guidata da Gianpietro Benedetti, in un comunicato, ha detto che il calo dei ricavi nel settore plant making (ingegneria e costruzione impianti produzione metalli-acciaio e alluminio) risulta solo temporaneo, ed è legato al rispetto dei programmi di costruzione contrattualmente concordati con i clienti. Il gruppo ha sottolineato inoltre "una tenuta nel fatturato steel making (produzione acciaio) con il gruppo Abs (Acciaierie Bertoli Safau e Abs Sisak) stabile nei volumi di vendita".
L'utile consolidato è sostanzialmente in linea con le previsioni di inizio anno, seppur inferiore a quello dello stesso periodo del precedente esercizio, che era stato positivamente influenzato dall'effetto cambio. La posizione finanziaria netta del gruppo resta solida. Nel settore steel making è stato avviato il laminatoio "Rotoforgia" che, integrato ai nuovi laminatoi reversibili, permette alla società di ben diversificare la produzione utilizzando con efficienza tutto l'acciaio liquido prodotto.
Il gruppo si aspetta infine un miglioramento generale a partire dalla seconda metà del 2016 e poi nel 2017 "grazie ai numerosi progetti per investimenti privati ed infrastrutture pubbliche previsti in essere, specialmente nei paesi con economie emergenti".