Ricavi operativi in calo del 9%, a 1,346 miliardi di euro, utile in discesa del 35%, a 21,1 milioni. Questi i risultati registrati dal Gruppo Danieli, con sede a Buttrio (UD), nel primo semestre dell'anno fiscale 2019/2020 (iniziato lo scorso luglio). Nello stesso periodo l'EBITDA è ammontato a 65,5 milioni (-37%), mentre il risultato operativo si è attestato a 25 milioni (-44%).
Per l'azienda i risultati negativi derivano in parte da fatti contingenti, tra cui la chiusura in Germania del tubificio ESW Röhrenwerke della controllata ABS.
I margini sono stati penalizzati inoltre dal fatto che la divisione Steel Making ha ridotto la produzione operando con prezzi e margini non soddisfacenti. Tuttavia nei primi due mesi del 2020 le attività del settore Steel Making sono state buone con un mercato più ricettivo e l'aspettativa di un migliore secondo semestre.
L'altro settore, il Plant Making, ha registrato «volumi e margini migliori rispetto allo scorso esercizio» tuttavia è stato «penalizzato da accantonamenti prudenziali a fondo rischi avviamento impianti innovativi».
La tipologia di ordini in portafoglio del settore della costruzione di impianti e la pianificazione della produzione nelle unità del gruppo «hanno permesso una saturazione ordinata dei reparti sia in Italia che nel Far East senza subire, al momento, significativi ritardi nella catena di fornitura per problemi derivanti dalle interruzioni produttive legate al Covid-19» ha spiegato l'azienda.
Per quanto riguarda il prossimo periodo, Danieli prevede, grazie al mantenimento del portafoglio ordini a buoni livelli, un netto recupero dei risultati a fine esercizio, in particolare nel settore Steel Making grazie ad un maggior volume in tonnellate prodotte e prezzi più remunerativi legati ad un migliore mix di produzione oltre ad un mercato più ricettivo verso i prodotti di qualità.