I prezzi turchi del rottame dal Baltico hanno mantenuto – seppur rallentata – la loro tendenza al rialzo. Il sentiment positivo intorno al mercato turco del rottame deep sea diffuso all’inizio di questo mese a causa delle aspettative di una ripresa dei tassi di produzione in tutta l’UE e negli Stati Uniti non è stato accolto con sostegno da parte degli utilizzatori finali. Malgrado i rischi tariffari per le esportazioni di acciaio verso Stati Uniti, fonti di mercato riferiscono che non è ancora stato registrato un rimbalzo della domanda. Lo stesso si può dire per l’Unione Europea, dove il mercato degli acciai finiti resta debole, mentre la domanda e i prezzi turchi dei lunghi stanno a loro volta diminuendo per poter sostenere i rincari del rottame.
Alle condizioni attuali, un produttore di acciaio con sede a Izmir ha concluso un accordo con la Finlandia per l’acquisto di rottame di riferimento HMS I/II 80:20 a 374,5 $/t CFR, in aumento di 3 $/t per questa qualità. L’informazione non è stata confermata né dal venditore né dall’acquirente al momento della pubblicazione, ma è attendibile secondo la maggior parte degli operatori. Pertanto, SteelOrbis ha rivisto il suo prezzo del rottame HMS I/II 80:20 dal Baltico a 374,5 $/t CFR, e altre aree hanno seguito: i prezzi del rottame dagli Stati Uniti sono stati rivisti a 374-375 $/t CFR, mentre quelli dall’Europa si attestano a 368-370 $/t CFR.
I prezzi di raccolta presso i depositi per l’esportazione con sede nell’Unione Europea sono scesi a 300 €/t DAP questa settimana, registrando un calo di 5-10 €/t rispetto ai livelli di inizio mese. All’inizio di marzo le fonti di mercato hanno informato SteelOrbis che, se i produttori di acciaio europei avessero voluto competere con gli esportatori, avrebbero dovuto aumentare i prezzi di acquisto di 20 €/t. Con i recenti cambiamenti, però, i mercati interni ed export nell’Unione Europea sembrano essersi equilibrati. Il tasso di cambio euro-dollaro rende le cose più difficili per i fornitori europei di rottami da ormai qualche settimana, generando costi aggiuntivi. Fonti di mercato riferiscono che il flusso di rottami nell’UE è ancora esiguo e supporta l’aumento dei prezzi, ma ci si chiede ancora se il prezzo dell’acciaio finito riuscirà a seguire la tendenza.
Una fonte presso un importante fornitore di rottame ha riferito che i depositi all’esportazione con sede negli Stati Uniti faticano a trovare i volumi necessari. «I prezzi più interessanti sul mercato statunitense del rottame hanno indotto i raccoglitori a rifornire più volentieri le acciaierie nazionali, e ora gli esportatori sono costretti a competere con loro per cambiare la destinazione dei flussi», ha aggiunto.
Malgrado il bisogno dei venditori di aumentare i prezzi del rottame, i recenti rialzi non sono stati accompagnati da una maggiore domanda da parte degli acquirenti. Il mercato turco del tondo fatica ad accogliere i rincari per la seconda settimana consecutiva, e i prezzi all’esportazione variano tra i 570 e i 585 $/t FOB per le spedizioni di aprile, contro i 565-570 $/t FOB la scorsa settimana. Sebbene i prezzi ufficiali stiano aumentando, sono ancora possibili sconti per gli acquirenti seriamente intenzionati. Sul mercato turco del tondo, le offerte ufficiali e i prezzi praticabili si sono attestati a 570-590 $/t franco produttore a seconda della regione, in aumento di 10 $/t rispetto a una settimana fa. Secondo quanto risulta a SteelOrbis, alcuni accordi a prezzi scontati sono stati chiusi ancora a 565 $/t franco produttore.
La Turchia resta moderatamente attiva nel segmento delle billette d’importazione, principalmente a causa degli elevati costi di produzione nazionali, mentre i livelli di offerta dall’estero sono leggermente migliorati. Tuttavia, sebbene i prezzi siano abbastanza praticabili, la domanda della Turchia è inferiore al previsto a causa dell’incertezza nelle vendite all’esportazione dei lunghi, come indicano le fonti di mercato. A quanto pare, un produttore siderurgico turco di acciaio con sede nella parte settentrionale del Paese ha prenotato un carico completo di billette dalla Malesia a 493 $/t CFR per la spedizione di aprile. È stata segnalata anche una certa domanda da parte di un rilaminatore con sede nella regione di Iskenderun, mentre le offerte ricevute variavano da 492 a 495 $/t CFR.
I rapidi cambiamenti osservati nel commercio internazionale rappresentano una sfida per tutti gli attori, e causano un rallentamento della recente tendenza al rialzo registrata a livello generale. Lo scenario è sempre più protezionistico, ci sono stati posticipi all’introduzione dei dazi, annullamenti delle contromisure e riconferme dopo poche ore. Il presidente Trump ha imposto dazi del 25% su tutto l’acciaio e l’alluminio importati negli Stati Uniti a partire da mercoledì 12 marzo, e la Commissione Europea ha annunciato rapide contromisure contro questa decisione. A partire dal 1° aprile, l’UE ripristinerà le misure commerciali del 2018 sui beni statunitensi per un valore di 2,8 miliardi di euro, e quelle del 2020 per un valore di 3,6 miliardi. A partire da ieri, 13 marzo, il Canada ha applicato tariffe reciproche del 25% su diverse importazioni di prodotti siderurgici dagli Stati Uniti per un valore di 12,6 miliardi di dollari, tra cui coils laminati a caldo (HRC) e a freddo (CRC), acciai rivestiti, acciaio inox, acciai legati, acciaio al silicio a grani orientati, tondo, vergella, angolari, profilati, fili, tubi e condotte e profilati cavi. Joachim Nagel, presidente della Deutsche Bundesbank, ha affermato che l’economia tedesca potrebbe entrare in recessione a causa dei dazi doganali statunitensi. L’associazione commerciale britannica UK Steel ha dichiarato che le tariffe del 25% applicate dagli Stati Uniti sui prodotti in acciaio e loro derivati avranno conseguenze estremamente dannose per i fornitori britannici e i loro clienti negli Stati Uniti, soprattutto in condizioni di mercato estremamente difficili dove prevalgono l’eccesso di capacità globale, l’eccesso di offerta, il caro energia e la debolezza della domanda. Assofermet, l’associazione che rappresenta i distributori italiani di rottame, materie prime e prodotti siderurgici, evidenzia il rischio di un «effetto domino» con le possibili ripercussioni menzionate nel rapporto pubblicato da SteelOrbis.
Un’altra nota sui prezzi dell’energia riguarda l’esenzione della Turchia dalle sanzioni statunitensi contro Gazprombank, che terminerà il 20 marzo. La Turchia utilizza la banca russa Gazprombank per i pagamenti in cambio delle importazioni di gas naturale. Secondo quanto riportato da Bloomberg, le autorità turche affermano che il mantenimento dell’esenzione rappresenta una necessità per la Turchia. A questo proposito, è in programma un confronto tra il ministro delle finanze turco Mehmet Şimşek e la sua controparte statunitense Scott Bessent.