Come anticipato nel report della scorsa settimana, in questi giorni si sono intensificate le voci di possibili aumenti dei prezzi sul mercato locale del rottame in Italia. Sebbene i prezzi spot su base settimanale non abbiano registrato cambiamenti e le trattative per i contratti mensili siano ancora in corso, si ritiene che già dalla prossima settimana i prezzi su tutte le qualità subiranno aumenti da 5 a 15 €/t.
I fattori in gioco per gli operatori del mercato non sono cambiati; di conseguenza, permane una generale scarsità di rottame e una fatica a far salire i prezzi degli acciai finiti. A questo si aggiunge il caro energia, ormai considerato da molti non più una variabile ma un dato di fatto, e anche la questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti, ai quali bisognerà approcciarsi con cautela nella speranza di trovare un accordo. «Per la mia esperienza», ha affermato un importante commerciante italiano di rottame, «ogni volta che vengono annunciati dazi così elevati si riesce sempre a trovare un accordo alternativo. Certo è che a livello psicologico la questione può spaventare, e le aziende [i produttori ed esportatori italiani di acciaio finito] dovranno anche cercare di ripensare il proprio giro d’affari. Non possono di punto in bianco decidere di uscire dal mercato statunitense».
Dal punto di vista dei commercianti, vista la scarsità del materiale ci sarebbe ancora spazio per chiedere aumenti dei prezzi del rottame, ma c’è incertezza sull’estensione di tale richiesta. Molte acciaierie italiane hanno parchi rottame pieni e non hanno fretta di acquistare, perciò potrebbero anche decidere di non concedere del tutto gli aumenti richiesti.
La domanda della materia prima è comunque discreta secondo quanto affermato dalla maggior parte dei venditori, ma i produttori siderurgici non stanno lavorando al 100% della capacità; anzi, il tasso di sfruttamento della capacità produttiva si attesta tra il 50 e il 65%. «Mi aspettavo prezzi diversi», ha dichiarato a SteelOrbis un commerciante italiano. «E già dalle prime trattative gli aumenti attesi non sono arrivati. Tentiamo di vendere il più possibile, a prescindere da quanto aumento concederanno [i produttori]».
I flussi di rottame in movimento sono scarsi, ma dal lato delle acciaierie sembra non essere un grosso problema. Alcuni dei produttori sentiti da SteelOrbis, infatti, dichiarano di avere scorte sufficienti e non hanno fretta di acquistare, tanto più che la domanda dei prodotti finiti, pur restando presente sul mercato locale e scarsa su quelli esteri, non è comunque vivace. Un importante produttore italiano ha affermato inoltre che sta pianificando una fermata per manutenzione di un paio di settimane intorno al periodo di Pasqua (a partire dal 20 aprile), e si augura per allora di non avere grandi necessità di acquistare rottame. In quel periodo, infatti, il rischio è di incontrare difficoltà con le consegne di materiale per via dei problemi logistici. L'attesa diffusa, comunque, è che diversi stabilimenti scelgano di fermare la produzione per calmierare il mercato.
Alla luce di quanto affermato, i prezzi dei rottami in Italia restano invariati rispetto alla scorsa settimana.
| Qualità | Prezzo medio spot (€/t) 06 marzo |
Prezzo medio spot (€/t) 27 febbraio |
Prezzo medio spot (€/t) 06 febbraio |
| Torniture (E5) | 295-310 | 295-310 | 290-305 |
| Demolizioni (E3) | 315-325 | 315-325 | 305-320 |
| Frantumato (E40) | 330-350 | 330-350 | 330-350 |
| Lamierino (E8) | 330-345 | 330-345 | 325-335 |
Prezzi reso acciaieria, IVA esclusa.
In Spagna i prezzi di acquisto del rottame da parte delle acciaierie sul mercato locale hanno subito aumenti nell’ordine di 10-20 €/t a seconda dell’acciaieria, e la domanda del materiale sembra essere in aumento.
| Qualità | Prezzo medio spot (€/t) 06 marzo |
Prezzo medio spot (€/t) 27 febbraio |
| Torniture (E5) | - | - |
| Cesoiato (E1) | 330-340 | 315-320 |
| Demolizioni (E3) | 350-355 | 335-340 |
| Frantumato (E40) | 355-360 | 345-350 |
Prezzi reso acciaieria, IVA esclusa.