Contrariamente a quanto riportato la scorsa settimana, il mercato locale del rottame in Italia si è raffreddato durante questa terza settimana di marzo. Alcune acciaierie hanno mantenuto i prezzi di acquisto del rottame invariati sul mercato locale, mentre altre hanno, sì, concesso aumenti, ma limitati all’ordine dei 5-10 €/t. A livello di disponibilità di materiale sembra ci sia una lieve ripresa, ma comunque non sufficiente a compensare la richiesta.
«L’enfasi della scorsa settimana si è ridimensionata, si va verso un rallentamento. [Le acciaierie] si sono rese conto che l’incertezza era troppa per concedere gli aumenti richiesti», ha commentato una fonte locale. Secondo un’altra fonte gli aumenti si sono verificati solo in caso di necessità reale di acquisto da parte delle acciaierie, oppure in caso di grossi lotti. Alcuni ritengono che i produttori si stiano già rifornendo in vista delle fermate previste per il periodo pasquale, mentre altri che sia ancora presto per parlare di fermi alla produzione.
Il clima complessivo, insomma, è di incertezza sul mercato locale del rottame in Italia, ma secondo le conclusioni di SteelOrbis la tendenza in aumento procede, lenta ma graduale, e il picco dovrebbe essere – o quasi – stato raggiunto. La maggior parte delle persone intervistate da SteelOrbis ritiene che il mese di aprile sarà stabile, o addirittura vedrà un lieve calo dei prezzi.
La disponibilità di rottame è ancora scarsa, seppure in lieve miglioramento, tanto che un produttore italiano ha preferito acquistare da mercati vicini come la Germania e la Francia, dove, seppur non di molto, i flussi di materiale sembrano essere più elevati. Un’altra importante acciaieria italiana ha mantenuto i propri volumi di acquisto invariati e, con tutti i produttori all’attivo in questo momento, il rottame a disposizione sul mercato locale potrebbe ancora non essere sufficiente a coprire la domanda.
Quest’ultima, infatti, sembra essere buona, e sta scatenando una «corsa all’acquisto» tra i commercianti per accaparrarsi i maggiori quantitativi possibili in vista delle possibili difficoltà che porteranno le fermate di Pasqua. Nonostante questo, però, in generale si sta verificando una lentezza nelle consegne di materiale presso di depositi dei produttori, il che contraddice l’apparente bontà della domanda.
La produzione di acciaio finito, comunque, non sembra aver visto particolari miglioramenti, seppur con tentativi di rialzo dei prezzi, soprattutto per il tondo. Secondo un importante commerciante italiano di rottame, questo clima di contraddizione è sintomo di una «ricerca dell’equilibrio tra gli aumenti del rottame e le vendite del [prodotto] finito».
Secondo quanto riportato, infine, i prezzi di acquisto del rottame sul mercato locale italiano sono rimasti stabili o sono aumentati di 5-10 €/t, e sono riportati nella tabella seguente. Oltre ai prezzi indicati, si segnala anche che il cesoiato (E1) si è attestato in un range di 325-335 €/t reso acciaieria.
Qualità | Prezzo medio spot (€/t) 20 marzo |
Prezzo medio spot (€/t) 13 marzo |
Prezzo medio spot (€/t) 20 febbraio |
Torniture (E5) | 320-330 | 315-325 | 295-310 |
Demolizioni (E3) | 335-350 | 335-345 | 310-325 |
Frantumato (E40) | 335-355 | 330-350 | 330-350 |
Lamierino (E8) | 345-355 | 345-355 | 330-345 |
Prezzi reso acciaieria, IVA esclusa.
Si segnala infine che per le qualità più elevate di lamierino sono stati raggiunti anche picchi di 360-370 €/t reso acciaieria.