Italia: prezzi del rottame sempre elevati, ma per quanto?

giovedì, 25 marzo 2010 12:37:28 (GMT+3)   |  
       

In Italia, come in tutto il resto il resto del globo, il mercato del rottame continua a registrare aumenti delle quotazioni. La disponibilità di materiale è ridotta, anche a seguito di strategie di carattere speculativo messe in atto dai fornitori. Gli output delle acciaierie, intanto, segnano un nuovo incremento (a febbraio +15% su base mensile, dati provvisori di Federacciai), e questo determina un'alterazione dell'equilibrio tra domanda e offerta di materia prima.

Le scorte di rottame detenute delle acciaierie sono basse, mentre il business dei prodotti finiti registra modesti volumi di scambio. I produttori stanno cercando di rincorrere i rincari del rottame, ma la debole domanda da parte degli utilizzatori finali rende sempre più arduo il trasferimento degli alti costi di produzione sui prezzi degli acciai finiti. In grossa difficoltà, in particolare, l'ambito dei lunghi (tondo in primis): l'attuale situazione non potrà essere retta ancora per molto, con le aziende schiacciate tra crescenti costi delle materie prime da un parte e scarsa domanda dei propri prodotti dall'altra. Discorso a parte va fatto per i tubi OCTG: gli USA hanno recentemente introdotto misure doganali volte a contrastarne l'import dalla Cina. La domanda americana di questi prodotti rimane però piuttosto sostenuta, creando opportunità di business per i fornitori degli altri paesi. L'italiana Tenaris è tra i produttori che stanno maggiormente beneficiando di tale situazione.    

Nelle ultime tre settimane, sul mercato locale italiano, i prezzi del rottame sono cresciuti di 60-70 €/ton, con incrementi più marcati per i materiali di maggiore qualità. L'HMS si attesta a 265-280 €/ton e il frantumato a 290-310 €/ton, mentre il lamierino parte dai 310 €/ton del normale fino a raggiungere i 330 €/ton del palabile. I prezzi vanno intesi reso cliente.

Per quel che concerne il discorso import/export, l'Italia, da sempre importatrice netta di rottame, negli ultimi tempi ha registrato un significativo incremento delle vendite all'estero, dove i clienti paiono maggiormente disposti ad accettare gli attuali livelli delle quotazioni. Le acciaierie italiane guardano con preoccupazione a tale fenomeno, il quale rischierebbe di alimentare la concorrenza degli omologhi esteri, mettendo in ulteriore difficoltà i propri affari.

In prospettiva, molti operatori ritengono che già a partire da aprile il valore di mercato del rottame potrebbe cominciare a scendere, dato che difficilmente il business dei prodotti finiti sarà tale da consentire alle acciaierie di imporre gli attuali prezzi ai clienti. Il mercato ha senz'altro bisogno di maggiore stabilità, dal momento che variazioni repentine dei prezzi rischiano di mandare in tilt l'intera filiera produttiva, con le aziende impossibilitate a programmare in maniera efficace output e attività di vendita. Molti in effetti temono che il mercato riproponga una situazione analoga a quella verificatasi nel 2008, allorquando i rincari si risolsero in una bolla di sapone, crollando in men che non si dica e gettando nello sconforto gli addetti ai lavori.

Al di là di tali considerazioni, resta comunque il fatto che anche il mercato italiano dovrà seguire il trend di mercato segnato dai paesi in crescita, tra i quali, oltre alla solita Cina, si stanno facendo sempre più largo la Russia e, soprattutto, l'India. Le previsioni di lungo periodo non possono dunque non tenere conto di tali elementi, destinati ad intrecciarsi con le dinamiche locali dei singoli paesi.


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