India, coils a caldo: l’offerta è stabile ma il commercio è lento

martedì, 12 settembre 2023 15:49:51 (GMT+3)   |   Calcutta
       

I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) provenienti dall’India sono rimasti stabili, ma i grandi stabilimenti hanno frenato le offerte e si sono preparati ad aumentarle dopo aver alzato i prezzi locali la scorsa settimana, sebbene le condizioni di mercato nelle principali destinazioni siano rimaste varie.

Nello specifico, i prezzi degli HRC dall’India sono rimasti a 590-620 $/t FOB, gli stessi della settimana scorsa. Tuttavia, secondo le fonti, i produttori guardano ai prezzi dall’India intorno ai 620-650 $/t FOB e “non sarebbe un grosso problema” se i compratori fossero scarsi, considerando gli ottimi prezzi locali e l’offerta limitata.

È stato segnalato che, anche se c’è stato un notevole miglioramento nell’interesse all’acquisto riportato dalla regione del Golfo, gli acquirenti non sono ancora disposti a concludere accordi per volumi significativi, con le acciaierie indiane che citano “prezzi troppo alti” ma i venditori non sono intenzionati a entrare nelle vendite con sconti. Ad esempio, un’industria dell’India orientale ha presentato un’offerta per 5.000 tonnellate a una società commerciale del Bahrein a 605 $/t FOB, ma quest’ultima ha presentato una controfferta a 620 $/t CFR, portando al fallimento delle trattative.

«Il mercato delle esportazioni è ancora debole nella maggior parte delle regioni, ma si registrano alcuni miglioramenti nei prezzi dei future dalla Cina, sebbene ciò non sia supportato dal miglioramento della domanda in Asia o nel Golfo» ha affermato a SteelOrbis una fonte di Jindal Steel and Power Limited. «I venditori indiani cercheranno di aumentare i prezzi di esportazione sulla scia delle forti vendite locali».

«La nostra valutazione è che gli stabilimenti indiani ricorreranno alle vendite all’estero solo per mantenere una presenza sul mercato con clienti a lungo termine. Ma i volumi di tali accordi saranno molto piccoli» ha dichiarato un’altra fonte. «Considerando la bassa allocazione delle esportazioni nel trimestre in corso, è improbabile che i venditori adeguino i prezzi e spingano le vendite all’estero. Il mercato interno rimarrà al centro dell’attenzione anche nella seconda metà dell’anno fiscale».


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