L’attività commerciale nel mercato turco della billetta importata è rimasta limitata all’inizio di maggio, nonostante il recente rialzo dei prezzi del rottame, poiché gli acquirenti continuano a considerare quest’ultimo un’alternativa più conveniente, anche alla luce dei lunghi tempi di consegna per la billetta asiatica.
Le ultime offerte per la billetta di origine cinese con destinazione Turchia si attestano a 460-462 $/t CFR, in lieve calo rispetto ai 462-465 $/t CFR registrati a inizio settimana, principalmente a causa della flessione dei prezzi dei futures dell’8 maggio. Tuttavia, le rare offerte da parte degli acquirenti si fermano a 445-450 $/t CFR, segno che i compratori turchi non sono disposti a pagare prezzi superiori a quelli dei contratti precedenti. Come riportato da SteelOrbis a fine aprile, due contratti per billette 3SP con contenuto di manganese dello 0,60% e per billetta qualità vergella sono stati conclusi a 452-455 $/t CFR nei porti di Izmir e Diliskelesi.
Le offerte indicative per materiale di origine indonesiana e malese si collocano rispettivamente a 465 $/t CFR e 470 $/t CFR. Secondo un trader, teoricamente il prezzo per la billetta malese, esente da dazi, potrebbe risultare interessante, ma il problema rimane la lunga tempistica: «La gente non rischia di acquistare billetta con arrivo previsto a settembre» ha commentato.
Il prezzo di riferimento di SteelOrbis per la billetta di origine russa si attesta attualmente a 430-435 $/t FOB Mar Nero, con un incremento di 2,5 $/t rispetto alla fine della scorsa settimana. Le poche offerte verso la Turchia si collocano principalmente a 455-460 $/t CFR (equivalenti a 435-440 $/t FOB), ma alcune fonti riportano che l’offerta è «pari a zero». Le ultime transazioni per piccoli volumi risalgono a circa dieci giorni fa e sono state chiuse a 445 $/t CFR, pari a circa 425 $/t FOB. Oggi il rublo si è leggermente deprezzato, toccando quota 82,5 RUB per 1 USD (contro il minimo recente di 80,5 RUB/USD registrato tra il 5 e il 6 maggio), ma ciò non è bastato a rendere gli esportatori più flessibili.