Nonostante i produttori puntassero a ottenere un prezzo tra i 500 e i 520 €/t base partenza, il tondo per cemento armato in Italia ha continuato a "viaggiare" tra i 490 e i 500 €/t b.p., lo stesso livello di prezzo rilevato due settimane fa. La domanda è rallentata a causa sia di fattori stagionali sia dei prezzi troppo elevati. Una fonte ha affermato che «la richiesta è fiacca perché il prezzo alto. Le imprese, considerato anche il meteo, possono aspettare. Avevano assunto impegni partendo da un prezzo del tondo ben diverso ed è nel loro interesse posticipare il più possibile l'avvio dei cantieri». Allo stesso tempo, i produttori stanno continuando a sostenere costi elevati a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia, del rottame e dei trasporti, ragione per cui non si prevedono diminuzioni del prezzo del tondo nel breve periodo, ma piuttosto fermate produttive.
Nel frattempo, si osserva una situazione simile negli altri paesi europei. Il manager di un produttore italiano ha spiegato che «750 €/t è un prezzo molto alto anche per tedeschi, polacchi e ungheresi. In Germania le imprese delle lavorazioni in ferro hanno consegnato gli ultimi ordini, acquisiti a prezzi elevati, ma non quelli vecchi, perché sperano che il prossimo anno il prezzo scenda. Questo non succederà e dovranno subire perdite. È andata bene alle imprese italiane che lavorano giorno per giorno».
Per quanto riguarda l'export via nave, al momento non c'è domanda, perché i clienti non hanno bisogno di comprare dopo aver ordinato alcuni volumi nelle scorse settimane a un prezzo di 690-700 €/t FOB.
Infine, tornando al mercato nazionale, anche i prezzi della vergella sono rimasti invariati. La vergella da trafila (SAE1006) si attesta a circa 780-800 €/t reso, risultando stabile rispetto a due settimane fa. Una fonte ha affermato che attualmente la produzione di vergella «è antieconomica perché, a causa del rallentamento dell'automotive, il lamierino è introvabile e il suo prezzo ha raggiunto livelli esorbitanti».
Stefano Gennari