I prezzi dei prodotti lunghi sono aumentati in Italia nelle ultime settimane, spinti principalmente dal rincaro dei costi. Attualmente i produttori chiedono tra i 490 e i 500 €/t base partenza, contro i 460-470 di tre settimane fa. Tuttavia, ha affermato una fonte, «nessuno compra dopo aver fatto scorte a prezzi più bassi» nelle scorse settimane. Secondo il manager di un produttore nazionale, quello dei 500 €/t «sarà probabilmente il prezzo di dicembre, anche qualora il rottame non dovesse fornire spinte significative. C'è infatti una carenza d'offerta, tant'è che abbiamo deciso di aumentare i prezzi per proteggere il magazzino». La bassa disponibilità di materiale, hanno spiegato diverse fonti, è dovuta soprattutto ai rallentamenti produttivi causati a loro volta dall'esplosione dei costi energetici. Nel frattempo, i prezzi della vergella da trafila sono tornati al livello di 770-790 €/t reso cliente dopo aver fatto registrare una lieve flessione a metà ottobre.
Diversi operatori ritengono che le quotazioni sul mercato interno potrebbero essere sostenute nei prossimi mesi da un incremento delle vendite all'estero dopo la notizia dell'accordo tra Usa e Ue in tema di dazi. «Dalle prime informazioni circolate sembra che le quote destinate agli italiani saranno abbastanza piccole – ha commentato un produttore –. Tuttavia, godremo di un vantaggio "di riflesso", perché le quote assegnate a spagnoli e portoghesi saranno più alte e quindi noi potremo puntare a vendere in quei mercati nei quali loro inizieranno a lasciare un po' di spazio». Recentemente i prezzi nelle vendite di tondo all'export hanno toccato i 680-690 €/t FOB per le spedizioni di novembre, dopo essere cresciuti gradualmente dai 640 €/t FOB di fine settembre/inizio ottobre. Per il momento «non mi risulta che siano stati chiusi degli ordini per dicembre», ha sottolineato la stessa fonte, aggiungendo che «i clienti si sono ben coperti dopo un periodo in cui avevano evitato di acquistare e i loro magazzini si erano svuotati».
Stefano Gennari