Russia, previsto calo del 6-8% della produzione di acciaio nel 2022

martedì, 29 novembre 2022 18:14:50 (GMT+3)   |   Istanbul
       

L’impatto delle sanzioni internazionali sulle acciaierie russe è stato limitato in termini di produzione complessiva nel 2022. Il motivo principale è che, mentre le esportazioni sono diminuite in modo significativo e le acciaierie hanno impiegato un po' di tempo per trovare nuovi mercati export e modificare il loro portafoglio di vendita, l'aumento della domanda interna ha coperto i volumi in eccesso derivanti dalle minori vendite all'estero. Inoltre, le importazioni di acciaio in Russia sono diminuite nel 2022 a causa dell'interruzione delle forniture dall'Ucraina e dello stop temporaneo delle vendite dal Kazakistan, che sono state successivamente riprese.

Il Ministero del Commercio e dell'Industria russo prevede un calo del 6-8% della produzione siderurgica nel 2022 e sostiene che il settore è riuscito ad adeguarsi alla pressione legata alle sanzioni, in particolare a causa dell'aumento della domanda locale soprattutto nel terzo trimestre dell'anno. «L'anno è stato irregolare. La [domanda locale] è aumentata dalla seconda metà e inoltre le importazioni sono diminuite. Quindi, sì, i flussi chiave sono stati rivolti al mercato domestico e la produzione non è diminuita troppo», ha detto un produttore russo.

Per quanto riguarda l'export, il ministero ha precisato che le vendite di acciaio all'estero nel 2023 si manterranno sui livelli del 2022, pur non comunicando ancora i dati previsti per l'anno in corso. Complessivamente, le esportazioni russe sono risultate in calo nell'anno in corso, soprattutto nel segmento degli acciai finiti. Dipende però dal prodotto, dal settore e dal produttore, dal momento che alcuni di loro sono soggetti a sanzioni dirette e altri no. Infatti, per uno dei grandi produttori di acciai piani quest'anno le esportazioni sono diminuite, mentre un altro ha registrato un calo di circa il 30-40% nelle vendite all'estero. «Dovevamo trovare nuovi mercati, oltre ad avere un sacco di problemi riguardanti pagamenti, spedizioni, ecc. I prezzi a volte non sono praticabili per la Russia, per via degli sconti richiesti per coprire i rischi e della logistica costosa», ha detto un trader. Nel settore delle bramme, alcuni prevedono un calo complessivo delle esportazioni di circa il 10% per il 2022, principalmente per via del periodo positivo a inizio anno, delle forti vendite in Cina nel secondo trimestre, della domanda persistente dalla Turchia e dal sud-est asiatico, e del fatto che l’Europa permetta l'importazione di bramme russe fino a ottobre 2024.


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