Nella cornice di Made in Steel 2025, svoltasi a Fiera Milano Rho, si è tenuto un momento di confronto sulla congiuntura e sulle prospettive future del comparto dei prodotti piani e derivati. Un’analisi lucida, realistica e, in alcuni tratti, moderatamente ottimista, che ha visto la partecipazione di rappresentanti di primo piano del settore.
Andrea Gabrielli, Presidente e CEO del Gruppo Gabrielli, ha aperto il panel illustrando un avvio d’anno segnato da forti complessità: «Il 2024 si è chiuso con un -8% nelle vendite di prodotti piani, riportandoci a livelli inferiori al pre-Covid. I primi mesi del 2025 hanno mostrato una lieve ripresa, ma permane un calo del 3-4%». Gabrielli ha inoltre sottolineato le difficoltà sul fronte degli approvvigionamenti a causa delle nuove clausole di salvaguardia e dei dazi provvisori, che stanno riducendo le possibilità di importazione da paesi terzi.
Il punto di vista sul mondo dei tubi saldati è stato affidato a Pierluigi Pegorari, CEO di Arvedi Tubi Acciaio, che ha evidenziato una stabilità apparente nei volumi, ma una crescente pressione dovuta a distorsioni di mercato: «Fenomeni come lo stockpiling stanno alterando l’intero sistema distributivo. Per noi la priorità non è la crescita ma il consolidamento del downstream, puntando sugli acciai speciali».
Gianfranco Imperato, CEO di Trasteel, ha fornito invece una panoramica sul comparto delle bramme e delle lamiere, segnalando un 2024 molto difficile, ma anche i primi segnali di stabilizzazione: «Dopo un calo dei consumi del 6-7% in Europa, osserviamo ora un leggero riallineamento dei margini grazie alla riduzione dell’offerta e al rimbalzo dei prezzi».
Guardando al futuro, i relatori hanno concordato sulla necessità di affrontare l’incertezza con flessibilità e visione strategica. «Il settore manifatturiero europeo ha perso competitività, serve attenzione per i comparti chiave come l’elettrodomestico e l’automotive», ha osservato Gabrielli. Pegorari ha poi rilanciato l’urgenza di interventi strutturali, in particolare per sostenere energia e infrastrutture.
Imperato ha chiuso con un messaggio di cauto ottimismo: «Il portafoglio ordini è buono, ma il mercato è ancora timoroso. Tuttavia, dopo un ciclo negativo, la storia dell’acciaio insegna che può solo iniziarne uno positivo».