La conquista dello status di esportatore netto di acciaio da parte dell'India potrebbe essere ostacolata dal continuo apprezzamento della rupia indiana. Lo sostengono i rappresentanti di tre acciaierie indiane, i quali hanno spiegato che nell'ultimo mese il rafforzamento della moneta indiana ha avuto un impatto negativo sulla competitività dell'acciaio indiano rispetto alle offerte provenienti dalla Cina, dopo un periodo in cui l'export aveva permesso a diversi produttori indiani di compensare la stagnazione della domanda interna.
Nell'anno fiscale 2016/17, le esportazioni indiane di acciai finiti sono cresciute del 102% rispetto all'anno precedente, raggiungendo 8,24 milioni di tonnellate. Allo stesso tempo, le importazioni di acciai finiti in India sono passate da 11,7 a 7,4 milioni di tonnellate.
Secondo le stime, i ricavi delle aziende indiane sono calati in media del 4% a causa dell'apprezzamento del 5,34% della rupia indiana sul dollaro a partire dal gennaio scorso.
Secondo un portavoce della Federation of Indian Export Organizations, i prezzi dell'acciaio in India sono cresciuti di circa il 15% negli ultimi mesi, e ciò si è tradotto in un incremento di circa il 5% a valle per i prezzi dei prodotti che utilizzano acciaio. Ora, con un rafforzamento della rupia pari ad oltre il 5%, non vi sono margini di profitto sull'export.
I rappresentanti delle acciaierie indiane ritengono che al tasso di cambio attuale i proventi da esportazione sono inferiori di circa l'8-10% rispetto ai proventi derivanti dalle vendite sul mercato interno. Questo gap potrebbe ampliarsi ulteriormente se la rupia continuasse a rafforzarsi, rendendo l'export assolutamente non profittevole.