Secondo un report diffuso dalla banca di investimento statunitense Goldman Sachs, la tassa sul carbonio dell’Unione Europea applicata nell’ambito del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) che entrerà in vigore nel 2026 potrebbe avere un forte impatto sulle esportazioni cinesi di acciaio e alluminio.
La tassa sull’acciaio per la Cina nel primo anno di CBAM ammonterà al 6%, ma si stima che potrebbe salire fino al 21% all’inizio del 2030. Per le importazioni di alluminio, invece, la tassa iniziale sarà del 3% che potrebbe salire fino al 7% all’inizio del 2030. Gli analisti di Goldman Sachs, tuttavia, evidenziano che la tassa potrebbe triplicare nel caso in cui l’UE decida di tassare anche le emissioni indirette delle fonderie.
Nel 2022 la Cina ha esportato beni ad alta intensità di carbonio, coperta dal CBAM, per un totale di 20,5 miliardi di dollari, di cui 14,6 miliardi di acciaio e 5,5 miliardi di alluminio.
Come già riportato da SteelOrbis, Goldman Sachs si aspetta che siccome i produttori indiani operano a un livello di intensità carbonica molto superiore rispetto a quello dell’UE e del resto del mondo, saranno più colpiti dalla tassa sul carbonio dell’Unione Europea e quindi esposti a sanzioni più elevate.
L’India ha affermato che si opporrà al CBAM europeo al prossimo incontro dell’OMC che avrà luogo dal 26 al 29 febbraio.
La tassa sul carbonio verrà applicata ai settori siderurgico, dell’alluminio, del cemento, dell’idrogeno, dei fertilizzanti e dell’elettricità.