Sono insufficienti le misure previste dal decreto-legge Sostegni per far fronte all'aumento vertiginoso dei prezzi dell'energia. Lo hanno detto nei giorni scorsi Federacciai, la federazione delle imprese siderurgiche italiane, insieme ai rappresentanti degli industriali di varie regioni e a numerose associazioni di categoria, fra cui Assofond, Anima e Anfia.
«Da quanto sembrerebbe emergere oggi – ha dichiarato venerdì Alessandro Banzato, presidente di Federacciai – riteniamo che i provvedimenti del Governo siano largamente insufficienti e vogliamo pensare e sperare che siano solo l'inizio di una serie di altri interventi più strutturali. Ci aspettiamo delle misure di vera politica industriale e non interventi congiunturali che ripeto non sono sufficienti a calmierare i prezzi dell'energia elettrica e del gas che per noi sono vitali».
Gli ha fatto eco Fabio Zanardi, presidente di Assofond, l'associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane: «Le misure necessarie a calmierare i prezzi energetici alla fonte sono le grandi assenti del provvedimento. Inconcepibile, tra l'altro, la decisione di utilizzare il credito d'imposta per fronteggiare l'emergenza. Il meccanismo non risolve i seri problemi di liquidità del mondo produttivo e ci costringe ad applicare prezzi a valle che, oltre a metterci fuori mercato rispetto alla concorrenza europea, contribuiranno a una rapida escalation della già galoppante inflazione». E ha dipinto un avvenire a tinte fosche: «Assisteremo fra pochi mesi ad aziende che porteranno i libri in tribunale, vantando crediti ingenti da parte dello Stato, derivanti dagli investimenti 4.0 e da quest'ultimo ulteriore provvedimento palliativo. Per beneficiare di tali misure, infatti, le aziende devono essere messe in condizione di generare margini operativi adeguati. Parliamo di un settore che genera oltre 6 miliardi di fatturato e impiega 30.000 persone ed ha già investito ingenti capitali per la sostenibilità ambientale negli ultimi decenni, trovandosi in una posizione di avanguardia nel percorso di decarbonizzazione rispetto ai vicini concorrenti europei. Ci lascia senza parole anche il fatto che nulla sia stato stanziato per calmierare il costo del gas». In estrema sintesi, secondo il numero uno di Assofond, «senza una immediata correzione di rotta, l'intera manifattura del nostro Paese rischia di essere spazzata via in brevissimo tempo».