Recentemente, la chiusura diffusa di forni a induzione in Cina ha contribuito a stimolare i flussi di rottame ferroso indirizzati in India, Giappone, Corea del Sud e Taiwan, nonostante il dazio del 40% in vigore sulle esportazioni dal paese. Lo ha affermato Tom Bird di Liberty Steel (UK) nel corso del recente incontro della Ferrous Division del Bureau of International Recycling (BIR) a Hong Kong.
Tuttavia, William Schmiedel di Sims Management Global Trade ritiene che l'aumento dell'export di rottame sia un fenomeno temporaneo e che probabilmente la Cina utilizzerà sempre più rottame negli anni a venire. Una previsione confermata da Li Shubin della China Association of Metal Scrap Utilization, secondo il quale la Cina punta ad incrementare il consumo annuo di rottame da meno di 100 milioni di tonnellate attuali a 150 milioni di tonnellate entro il 2020.
Deviando dall'argomento Cina, Tom Bird ha dichiarato che l'outlook per il mercato mondiale dei rottami ferrosi "rimane relativamente positivo" per il resto del 2017 e che "la domanda dovrebbe restare in salute e mantenersi in equilibrio rispetto all'offerta".
Il Divisional Statistics Advisor Rolf Willeke ha sottolineato che le esportazioni di rottame dall'UE-28 sono cresciute del 29,4% nel 2016, passando dai 13,74 milioni di tonnellate del 2015 a 17,8 milioni di tonnellate.
La Turchia, che si conferma essere il maggiore importatore mondiale di rottame, nel 2016 ha importato dall'UE 10,42 milioni di tonnellate di rottame (+29%), dall'India 1,73 milioni di tonnellate (+20,7%), dal Pakistan 1,35 milioni di tonnellate (+36,6%).