I prezzi del rottame in Italia sono diminuiti fortemente nell'ultimo mese tornando in poco tempo ai valori della scorsa primavera. Quali sono i motivi di questa inversione del trend e come si evolverà il mercato nei prossimi mesi? Quanto inciderà il mercato turco? Queste sono solo alcune delle domande che SteelOrbis ha posto a Romano Pezzotti, presidente di Fersovere, azienda che dal 1982 opera nel settore del recupero e commercio del rottame.
Presidente Pezzotti, cosa è successo in questo ultimo anno nel mondo dell’acciaio?
Da ottobre del 2020, dopo un semestre molto difficile, è gradualmente iniziata una fase di forte vigore in tutta la filiera siderurgica e con l’inizio del 2021 si è aperto un super ciclo mondiale della siderurgia. I motivi che hanno innescato questa nuova importante fase sono riconducibili a più fattori: in parte prevedibili (la Cina che passa dal ciclo integrale al forno elettrico per politiche ambientali), in parte consequenziali (la forte domanda accelera l’aumento dei prezzi e la componente speculativa di tutta la filiera). Sta di fatto che nel 2021 le produzioni di acciaio nel mondo stanno mostrando numeri importanti accompagnati da quotazioni mai viste prima. E con onestà intellettuale bisogna ammettere che con prezzi alti tutti guadagnano di più...
Il settore del commercio e riciclo del rottame come sta interpretando questo nuovo super ciclo?
Anche i commercianti di rottame vivono queste nuove dinamiche legate al momento, con buone soddisfazioni in termini di volumi e di profitti. Per mesi si dovrà convivere con la volatilità e le sue dinamiche, ma nel settore rimangono sempre le solite criticità legate alle dimensioni dell’azienda, alla scarsa cultura d’impresa, ad una cieca interpretazione del mercato che evidenzia una palese mancanza di informazioni o l’incapacità di saperle leggere. Solo pochi commercianti, dotati della giusta visione strategica, sanno leggere quello che succede realmente nel mercato domestico e internazionale delle materie prime, senza farsi influenzare da false e tendenziose indicazioni come sta succedendo in questi giorni.
Cosa sta succedendo nel mercato del rottame dopo le fermate estive di agosto?
Dopo un aumento dei prezzi partito a gennaio, che a luglio ha raggiunto quotazioni mai viste prima, nel mese di settembre è iniziato un ritracciamento fisiologico del prezzo del rottame. A questo si è aggiunta una forte compressione delle quotazioni sulle categorie medio-basse sospinta dai produttori, che ha innescato un incosciente eccesso di offerta da parte dei commercianti di rottame accecati dalla paura. L'insieme di questi tre fattori ha innescato un falso e ingiustificato tracollo del prezzo di alcune categorie di rottame con conseguenze negative sulla filiera.
E lei, Pezzotti, come vede questo crollo delle quotazioni del rottame?
La mia opinione personale, condivisa in queste ore con altri operatori della parte alta della filiera (centri di servizio, distributori e sagomatori) è che il crollo del rottame sia l’evento più deleterio che poteva succedere in un momento magico che tutta la siderurgia stava vivendo. Il rottame è da sempre il locomotore che traina tutti i prodotti siderurgici e il crollo del suo prezzo si ripercuote immediatamente sulle quotazioni e sugli ordini dei prodotti finiti, con maggior pressione su quelli più semplici come l’acciaio da costruzione. L’effetto ribassista sta intaccando anche le quotazioni degli acciai al carbonio più nobili come i piani.
Un semplice esempio: il mio fornitore di rottame (carpenteria, torneria, stamperia), nel momento in cui applico una diminuzione di oltre 100 euro/ton in quindici giorni lavorativi, immediatamente pretende una riduzione importante dai produttori di acciaio nuovo da cui si approvvigiona. Lo stesso vale per i mercati dei prodotti siderurgici in esportazione che in un tempo zero vengono a conoscenza del super calo del rottame in Italia e immediatamente rilanciano offerte di acquisto inaccettabili e inaccessibili dai produttori italiani. Questa è da sempre una dinamica tanto banale ma spesso dimenticata...
Il mercato turco del rottame rimane sempre un riferimento importante?
Anche questo è un riferimento che spesso viene utilizzato come indicatore, ma solo quando fa comodo... Infatti in questi giorni, se trasformiamo le quotazioni del rottame turco in euro, riscontriamo dei prezzi superiori del 20% a quelli sul mercato domestico. Se a questo elemento aggiungiamo che il divario di prezzo fra le categorie alte di rottame e quello delle categorie basse è passato da 40 euro a 120 euro/ton, diventa chiaro che le quotazioni attuali sono palesemente compresse e non rispecchiano il reale valore di mercato. Due mesi fa il problema era il rottame domestico che prendeva la via dell’esportazione ma, con riduzioni di prezzo del 30% in tre settimane per alcune categorie, si invitano i grossisti a guardare sempre di più ai mercati esteri.
Cosa si aspetta da qui a fine anno per il rottame in Italia?
Mi permetto di ricordare che il mercato è sovrano ed è basato sul confronto tra domanda e offerta, quindi dopo l’eccesso di offerta sostenuto dalle vendite delle ultime settimane si tornerà sicuramente al confronto reale. L'ultimo trimestre dell’anno di consuetudine è accompagnato da una buona domanda di rottame e da quotazioni sostenute sia per dinamiche di magazzino che di bilancio. In sostanza nulla è cambiato nel nuovo ciclo mondiale dell’acciaio che sarà ulteriormente alimentato dall’imponente piano di intervento pubblico e dagli stimoli finanziari messi in campo dall'Europa e dall'Italia. Pertanto mi aspetto che esaurita questa fase ribassista, alimentata da incoscienti vendite da panico, si torni al mercato vero e alle quotazioni reali... Peccato che da dieci mesi tutti stavano cavalcando un'onda "magica" con grandi soddisfazioni di volumi e di profitto e l'accanimento su un ritracciamento fisiologico del prezzo del rottame ha creato un deciso ristorno dei profitti, maggiormente accentuato in capo ai produttori.
Stefano Gennari