Ilva: imminente l'upgrade degli impianti. Cassa integrazione in vista per 6.500 dipendenti

mercoledì, 20 febbraio 2013 16:33:49 (GMT+3)   |   Brescia
       

L'Ilva di Taranto si appresta ad avviare l'imponente piano di investimenti necessario per ammodernare gli impianti produttivi ed ambientalizzarli, secondo quanto previsto dall'Autorizzazione integrata ambientale rilasciata lo scorso 26 ottobre. E la spesa prevista cresce notevolmente rispetto alle prime stime formulate a settembre - quindi prima del rilascio della nuova Aia - quando l'azienda stilò un primo programma di interventi del valore complessivo di 400 milioni di euro.

La cifra è lievitata fino a 2 miliardi e 250 milioni di euro, dei quali 300 milioni necessari per l'adeguamento (copertura) dei parchi minerali, 400 milioni per la ricostruzione degli altiforni, 860 per i numerosi forni a coke che devono essere sostituiti, 425 milioni di euro per interventi generali, 210 milioni per gli impianti di agglomerazione e 55 milioni di euro destinati agli interventi da effettuare nelle acciaierie.

Oltre al costo economico - che come già più volte ribadito dal Governo sarà totalmente a carico dall'azienda - anche i costi sociali si rivelano, inevitabilmente, molto elevati. Infatti, gli spegnimenti e le chiusure necessarie allo svolgimento dei numerosi interventi di upgrade e sostituzione degli impianti non lasciano all'azienda altra scelta se non quella di richiedere l'approvazione di un massiccio piano di cassa integrazione straordinaria, che nel lasso di tempo tra il 3 marzo 2012 ed il secondo semestre 2015 colpirà 6.417 lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto.

Nel dettaglio 957 saranno i lavoratori in cassa integrazione nell'area ghisa, 940 nell'acciaieria, 1.574 nella laminazione a caldo e freddo, 607 nei tubifici e nei rivestimenti tubi, 1.249 per l'area servizi e staff, 1.090 per le manutenzioni centrali. L'impatto sulla forza lavoro sarà ancora più violento perché la richiesta dell'azienda è che sia una cassa ‘a zero ore'. Dei 6.417 esuberi, 5.335 sono operai. La cassa riguarderà a Taranto 4.354 unità nel primo semestre 2013, altrettanti nel secondo, 4.534 nel primo semestre 2014, 6.417 nel secondo, 4.354 nel primo semestre 2015 per scendere poi a 616 del secondo.

Da queste cifre si capisce che il picco degli interventi si registrerà tra luglio e dicembre 2014: allora saranno fermi gli altiforni 1 e 5, le batterie coke 3, 4, 5, 6 e 11, tutta l'acciaieria 1, il treno nastri 1 ed il treno lamiere. La produzione giornaliera di acciaio grezzo si ridurrà drasticamente fino a circa 10.000 tonnellate dalle 30.000 che la più grande acciaieria d'Europa è in grado di sfornare a pieno regime.

Da sottolineare che per alcuni lavoratori la cig non avrà soluzione di continutità con quella già attualmente in vigore: il 2 marzo scadono infatti le procedure di cassa integrazione che l'Ilva ha in corso, cioè quella per crisi di mercato, attivata a metà novembre per 13 settimane e per un massimo di 1.900 addetti dell'area a freddo, e quella in deroga chiesta dall'azienda a fine gennaio per due mesi, gennaio-marzo, per 1.393 unità delle aree a caldo e a freddo del complesso siderurgico.


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