Clini sull'Ilva: "Adesso non ci sono più scuse per nessuno. L'azienda deve correre"

giovedì, 11 aprile 2013 15:59:59 (GMT+3)   |   Brescia
       

"Adesso non ci sono più scuse per nessuno. L'azienda deve correre, le amministrazioni locali devono essere impegnate sul pezzo, così come il ministero dell'Ambiente". Lo afferma il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, commentando, in un intervista rilasciata a Radio 24, la sentenza della Corte Costituzionale che ha dato il via libera alla legge 'Salva-Ilva'. "Non credo che siano più ammissibili - afferma Clini - quei tentativi di balletto di responsabilità e di competenze che sono un classico della nostra esperienza amministrativa. La strada è segnata. La Consulta ha detto che lo è dal punto di vista costituzionale, io posso aggiungere che lo è dal punto di vista ambientale e industriale".

Le parole di Clini si riferiscono anche alla comunicazione ricevuta dal Garante dell'attuazione dell'Aia, Vitaliano Esposito, il quale ha segnalato nove prescrizioni alle quali l'Ilva di Taranto deve ottemperare al massimo entro i prossimi due mesi perché infrangono le indicazioni contenute nell'Autorizzazione integrata ambientale. Il 26 marzo scorso Vitaliano ha infatti ‘girato' al ministero dell'Ambiente, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al prefetto di Taranto quanto rilevato dai tecnici dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), facendo propria anche la richiesta dei tecnici Ispra di "procedere a diffida nei confronti del gestore ad operare".

Eventuali sanzioni, così come indicato nell'Aia, vanno adottate dal prefetto. Per l'Ispra e il Garante, entro 60 giorni l'azienda realizzare "una rete di idranti, anche provvisoria, per la bagnatura dei cumuli di materie prime nei parchi primari";  attivare "un sistema di nebulizzazione di acqua, anche provvisorio, in attesa della fornitura delle prime apposite macchine (fog-cannon) per la riduzione delle particelle di polveri sospese generate dalla movimentazione e stoccaggio dei materiali nei parchi primari, Omo, Coke Nord e Gestione rottami ferrosi"; attivare un sistema analogo per "limitare le emissioni diffuse di polveri da manipolazione e stoccaggio materiali polverulenti".

Il Garante impone inoltre che l'Ilva deve "rimodulare il cronoprogramma degli interventi di depolverazione stock house dell'Afo2, risolvendo possibili conflitti con le attività di chiusura degli edifici e con l'esercizio dell'Afo2, la cui fermata era prevista a gennaio 2013» ed "entro trenta giorni rimodulare il cronoprogramma per la riduzione delle emissioni diffuse». L'azienda deve inoltre contenere "entro il tempo limite di 30 secondi la durata delle emissioni visibili durante il caricamento della miscela nelle batterie 9-10 della cokeria"; "entro il valore limite di emissione per il parametro polveri" per le stesse batterie; "entro il valore limite di particolato contenuto nel flusso di vapore acqueo in uscita dalla torre di spegnimento 7, asservita alle batterie 11-12 della cokeria". 

A questo proposito, l'Ilva dovrà trasmettere ogni tre mesi, oltre alla prescritta relazione periodica, "nuovi rapporti di analisi effettuando campionamenti mensili in ingresso dell'acqua di reintegro e di ricircolo, al fine di verificare il mantenimento del basso contenuto di carico organico nell'acqua utilizzata per lo spegnimento del coke". Infine l'azienda dovrà consegnare una relazione che attesti "le valutazioni quantitative delle emissioni complessive provocate dalla non conformità, con identificazione delle cause ed eventuali azioni correttive/contenitive adottate".


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