All'inizio di questa settimana le agenzie di stampa statunitensi hanno riferito che i prezzi interni del petrolio avevano toccato i 70 dollari al barile per la prima volta in quattro anni. A causare l'aumento dei prezzi sono state la riduzione della produzione decisa dai principali paesi produttori di petrolio e le tensioni tra Iran e Stati Uniti. L'Iran è il quinto produttore di petrolio al mondo.
La recente notizia che Donald Trump si ritirerà dall'accordo sul nucleare iraniano potrebbe causare un nuovo abbassamento dei livelli di produzione del petrolio: si parla di 300.000-600.000 barili al giorno. Anche se l'implementazione di nuove sanzioni potrebbe richiedere tempo, il venir meno di questi volumi di petrolio dall'offerta globale potrebbe spingere i prezzi verso l'alto. E, sebbene maggior prezzi del petrolio rappresentino una buona notizia per i mercati statunitensi dei tubi energia, la convinzione che vi saranno carenze nell'offerta di OCTG verso la fine dell'anno resta fonte di grande preoccupazione.
"La decisione sulle quote della Section 232 probabilmente costringerà Nexteel e Hyundai a prendere in considerazione la possibilità di costruire impianti qui o altrove per aggirare le tariffe, sebbene tale strategia sia ostacolata da possibili dazi del 25% che colpiranno luoghi come la Thailandia", ha affermato una delle fonti interpellate.
Attualmente, i prezzi dei J55 ERW OCTG provenienti da Taiwan si attestano ancora a 1.102-1.130 $/t DDP porti del Golfo USA, contro gli 882-904 $/t rilevati prima dell'annuncio delle tariffe statunitensi della Section 232. Intanto, i produttori statunitensi offrono lo stesso prodotto sul mercato domestico a 1.323-1.543 $/t franco produttore. Ciononostante, vi è la forte sensazione che i prezzi locali possano subire un'impennata verso la fine dell'anno.