Opinione: è possibile che i prezzi della ghisa basica aumentino nel quarto trimestre a causa dell’esaurimento della quota russa in UE?

lunedì, 05 agosto 2024 10:19:13 (GMT+3)   |   Istanbul

Il mercato globale della ghisa basica (BPI) sta per subire alcune modifiche temporanee, poiché la quota russa in Europa potrebbe esaurirsi prima della fine dell’anno, facendo emergere mancanze di volumi, aumentare la domanda da parte di fornitori alternativi e di conseguenza causare una crescita dei prezzi all’importazione. SteelOrbis ha intervistato gli operatori del mercato globale della BPI per valutare gli scenari di variazione di volumi e prezzi nel periodo che ci separa dalla fine dell’anno in corso.

Secondo i dati doganali dell’UE, al 31 luglio la ghisa basica importata dalla Russia in Unione Europea dall’inizio dell’anno ammontava a 743.378 tonnellate: ciò significa che il 65% della quota annuale è stato raggiunto nei primi sette mesi dell’anno. Il contingente rimanente per l’anno in corso ammonta a poco meno di 400.000 t di ghisa, cioè a 80.000 tonnellate al mese.

Dunque, quanto è grave la situazione? In base ai dati di Eurostat, nel 2023 la media delle spedizioni mensili dalla Russia verso l’UE ammontava a quasi 120.000 tonnellate; di conseguenza, le preoccupazioni relative a una possibile insufficienza di materiale non sono infondate. A questo punto, sorge un'altra domanda: quali saranno le conseguenze? Gli operatori hanno opinioni contrastanti al riguardo.

Scenari da estremi a moderati

Lo scenario più estremo prevede che i prezzi inizino ad aumentare dalla fine di settembre e proseguano per alcuni mesi, per cui i clienti europei dovranno passare ad altre origini come l’Ucraina e il Brasile. «Il periodo più interessante inizierà alla fine di settembre, quando la quota sarà quasi esaurita. È improbabile che qualcuno compri un carico importante [dalla Russia] avendo una quota residua di sole 50.000-100.000 t, poiché potrebbe arrivare in Europa e rimanere in deposito fino al 1° gennaio, il che è costoso», ha affermato una fonte di mercato. Inoltre, ha aggiunto che non esclude che i prezzi in Italia toccheranno e supereranno i 500 $/t CFR [in aumento di 70 $/t dal livello attuale].

Degli altri principali fornitori di BPI, l’Ucraina è considerata la più probabile a causa del suo vantaggio logistico, sebbene sia il Brasile che l’Ucraina dovrebbero mantenere l’attenzione sul mercato delle importazioni statunitense verso la fine del 2024 e nella prima metà del 2025, poiché – a differenza dell’Europa – si tratta di un partner stabile per le importazioni. Tuttavia, come ha commentato uno dei produttori ucraini, «è ovvio che il prezzo aumenterà [nell’UE], ma penso lo farà in modo graduale. Il picco dipenderà dai prezzi locali del rottame, anche se potrebbero salire a causa della mancanza di ghisa. Anzi, potrebbero già iniziare a farlo verso la fine di settembre». Il produttore ha poi aggiunto che sarà possibile un aumento delle allocazioni dall’Ucraina, perché le capacità produttive non vengono utilizzate al massimo.

Un altro esportatore ucraino di ghisa basica ha affermato che finora non ci sono state azioni da parte degli acquirenti europei per sostituire il materiale russo. «Al momento ci sono molte offerte dalla Russia a causa dell’eliminazione del dazio all’esportazione, e la quota potrebbe essere sufficiente per arrivare alla fine dell’anno», ha dichiarato il rappresentante di uno stabilimento. Specialmente, ha aggiunto, se alcuni acquirenti aumenteranno in parte l’uso di DRI/HBI, che ora può arrivare dalla Libia, dagli Stati Uniti e dal Venezuela.

Uno dei principali importatori europei ha affermato che non si aspetta un brusco aumento dei prezzi, in quanto «la tendenza è molto negativa per i prodotti finiti, quindi le acciaierie aspetteranno il 2025. Per quanto riguarda il Brasile, è troppo presto e i prezzi sono troppo elevati per gli europei». Un’altra fonte europea ha dichiarato di non considerare lo scenario estremo come il più probabile, ma che potrebbe verificarsi un certo spostamento verso il materiale ucraino, nonché un possibile aumento dei prezzi «a un livello ragionevole per i venditori, in base al mercato statunitense».

Qual è la posizione dei fornitori russi?

L’attuale posizione di alcune acciaierie russe è che la quota sarà più o meno sufficiente per quest’anno e, anche se i livelli negoziabili sono diminuiti, non tutti gli stabilimenti sono pronti ad applicare sconti sui volumi. Inoltre, normalmente il commercio è piuttosto scarso ad agosto, poiché in UE è piena stagione estiva. La domanda più interessante è: sebbene il divario rimasto nel quarto trimestre tra la Russia e altri fornitori di BPI sia minimo, cosa ci si può aspettare per il 2025, quando la quota dell’UE sarà ridotta da 1,14 milioni a 700.000 tonnellate? «Accumuleremo materiale per essere in grado di riempire la quota al massimo dal 1° gennaio. Credo che la maggior parte dei venditori russi farà lo stesso. Quindi, è possibile che la quota per il 2025 sarà già esaurita entro maggio», ha dichiarato una fonte che vende ghisa russa.

Alcune altre fonti non vedono uno scenario così estremo, ma la maggior parte di loro si aspetta una carenza di ghisa basica nella seconda metà del 2025 e una certa trasformazione del mercato.

«Penso che i brasiliani non saranno molto interessati a fornire ghisa basica all’Europa in quella piccola finestra [il quarto trimestre], ma potrebbero voler aumentare la fornitura a lungo termine in modo stabile», ha affermato una fonte brasiliana.

Inoltre, sono disponibili relazioni riguardo a un aumento di nuove “strategie” per la spedizione del materiale russo non incluso nella quota. In particolare, sono state fornite informazioni su un carico di HBI dal Venezuela diretto in Europa che ha fatto scalo in un porto russo e ha probabilmente caricato alcuni volumi aggiuntivi di HBI. Inoltre, alcune spedizioni di materiale russo verso diversi paesi europei stanno partendo dalla Lituania. «Forse sperano di usare lo stesso trucco delle bramme [quando il periodo di grazia è stato prolungato per quattro anni]», ha dichiarato una fonte.

Situazione attuale

Questa settimana il prezzo di riferimento di SteelOrbis per la BPI origine Russia si è attestato a 390-400 $/t FOB mar Nero, in calo di 10 $/t nell’ultima settimana. La scorsa settimana è stato concluso un accordo per almeno 30.000 t di materiale proveniente dalla Russia per l’Italia a 430 $/t CFR, il che si traduce in circa 400 $/t CFR, mentre le nuove offerte sono state segnalate a un massimo di 425 $/t CFR.

Alcune acciaierie insistono ancora su offerte a 410-420 $/t FOB, ma sono considerate impraticabili e non riflettono il mercato attuale.

Inoltre, il mercato turco è stato molto debole e le acciaierie non si sono nemmeno interessate ad acquistare rottami, favorendo la più economica billetta asiatica. Una fonte commerciale ha affermato che per le acciaierie non va bene neanche un prezzo di 400 $/t CFR per la ghisa basica, cioè 375-380 $/t FOB. Anche se i prezzi delle fonderie sono più alti, sono ancora appena superiori a 410-420 $/t CFR per la spedizione di settembre.

Questa settimana il governo russo ha temporaneamente annullato i dazi all’esportazione per alcuni prodotti siderurgici e materie prime delle acciaierie situate nelle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk, attualmente occupati dalle truppe russe. L’esenzione si applica fino a 80.000 tonnellate di ghisa basica. Tuttavia, ciò non ha intensificato i negoziati poiché «anche con i dazi, gli attuali prezzi di mercato che i clienti sono pronti a pagare sono troppo bassi», ha spiegato una fonte.


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