Al termine della Convention della federazione internazionale che rappresenta l’industria mondiale del riciclaggio BIR (Bureau of International Recycling) in programma a Valencia dal 26 al 28 maggio 2025, l’umore generale sul mercato europeo del rottame risulta diviso: da un lato, i raccoglitori e gli esportatori di rottame – e le associazioni che li rappresentano – hanno espresso preoccupazione per l’entità del potenziale bando all’esportazione di acciaio riciclato di cui si discute da diversi mesi e che, secondo l’ultima versione del Piano d’azione dell'UE per l'acciaio e i metalli, sarà definito entro il terzo trimestre del 2025. Dall’altro, invece, i produttori sarebbero favorevoli a mantenere questa risorsa all’interno dell’Unione Europea. Un fattore comune, però, è emerso tra tutti gli operatori del mercato siderurgico, ed è l’incertezza. Un’incertezza diffusa riguardo agli equilibri economici e politici globali che sta causando immobilità e avversione al rischio su tutti i mercati europei.
Sul mercato del rottame in Germania le prime voci di movimenti per il ciclo di acquisti di giugno indicano aumenti di circa 10-15 €/t, e la richiesta è in crescita per soddisfare il miglioramento della domanda apparente di acciai lunghi. Tuttavia, il sentiment generale sembra essere piuttosto negativo, complice il calo dei prezzi di raccolta presso i depositi all’esportazione – che si attesta a circa 260 €/t DAP per il rottame HMS I/II 80:20. Sul mercato locale resta rilevante il problema degli elevati costi di trasporto via camion, a causa della mancanza di mezzi che si protrae ormai da mesi, mentre sembra invece che i costi del trasporto fluviale si stiano attenuando grazie a un maggior afflusso di acqua nel Reno.
Sul mercato del rottame in Polonia le notizie tardano ad arrivare, ma secondo alcune informazioni – che non hanno potuto essere verificate al momento della pubblicazione – i prezzi di raccolta presso i depositi all’esportazione si attestano a circa 270 €/t DAP per il rottame HMS I. Tra i produttori locali cresce la tensione riguardo a un possibile blocco delle esportazioni di rottame dall’Ucraina che dovrebbe entrare in vigore a partire da luglio, mentre contemporaneamente si registra un calo della domanda di prodotti lunghi.
I prezzi del rottame sul mercato locale in Spagna sono mediamente più alti rispetto a quelli registrati sul mercato italiano, e questo si applica a tutte le qualità. Alla convention valenciana è stato notato in particolare il silenzio da parte dei produttori locali.
Infine, per quanto riguarda il mercato italiano, sono già stati registrati aumenti nell’ordine di 10-15 €/t per tutte le qualità di rottame, e i commercianti si aspettano che durante la prossima settimana si verifichino aumenti ulteriori di 5 o 10 €/t, che porterebbero di fatto i prezzi del rottame all’incirca ai livelli di metà aprile, prima del crollo verticale. Diverse fonti che operano sul mercato del rottame in Italia, infatti, hanno concordato sul fatto che il calo improvviso registrato qualche settimana fa avrebbe presto portato a un aumento, forse non altrettanto improvviso, ma che avrebbe comunque portato a riequilibrare il mercato. «Con prezzi così bassi la raccolta diventa impossibile, è per questo che manca materiale», ha commentato una fonte.
Alla luce di questo, i prezzi del rottame sul mercato italiano di questa settimana si delineano come segue:
| Qualità | Prezzo medio spot (€/t) 30 maggio |
Prezzo medio spot (€/t) 23 maggio |
| Torniture (E5) | 285-290 | 270-285 |
| Demolizioni (E3) | 280-310 | 270-300 |
| Frantumato (E40) | 330-365 | 320-350 |
| Lamierino (E8) | 320-335 | 310-325 |
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