I prezzi dei pellet provenienti dall’India sono rimasti stabili nell’ultima settimana, in un contesto di assoluta inattività del mercato. Secondo quanto appreso da SteelOrbis da fonti industriali e commerciali, al 27 giugno non si segnalano offerte né richieste concrete: gli acquirenti cinesi, principali destinatari del prodotto, non hanno mostrato interesse per operazioni di rifornimento, mentre i venditori si tengono alla larga dal mercato, ritenendo i prezzi attuali economicamente insostenibili.
Secondo le stesse fonti, anche i prezzi delle billette indiane si sono mantenuti stabili, nell’intervallo di 98-100 $/t CFR Cina. Tuttavia, non sono pervenute nemmeno offerte a prezzi inferiori da parte degli acquirenti. I venditori, dal canto loro, preferiscono dirottare le scorte presenti nei porti verso i produttori locali situati nelle regioni interne del Paese.
Le fonti hanno riferito che, a causa dell’aumento dei prezzi delle fines da parte degli operatori minerari, in particolare nello stato dell’Odisha, i produttori di pellet stanno progressivamente abbandonando l’export, poiché risulta difficile trasferire l’aumento dei costi di produzione sui prezzi di vendita internazionali.
Nel frattempo, il mercato domestico continua a garantire margini più elevati: le vendite locali consentono di ottenere ricavi superiori di almeno 1.900 INR/t (circa 22 $/t) rispetto alle esportazioni, su base franco produttore.
«Non risulta nemmeno un’offerta concreta ricevuta sul mercato. E non prevediamo alcun miglioramento a breve. Al momento non stiamo neppure quotando», ha dichiarato un rappresentante della Pellet Manufacturers’ Association of India (PMAI).
«A meno che non si verifichi un forte e improbabile rimbalzo dei prezzi, ipotesi che riteniamo remota, non prevediamo una ripresa delle esportazioni nel breve periodo», ha aggiunto.