Assofermet: incertezza nel mercato delle materie prime

venerdì, 09 settembre 2022 10:15:01 (GMT+3)   |   Brescia
       

«L’incertezza è il termine più consono per descrivere il mercato del mese di agosto e di questi primi giorni di settembre». Lo scrive Assofermet nella propria nota mensile sul mercato delle materie prime per la siderurgia.

Per quanto riguarda il rottame ferroso nazionale, infatti, lo spiraglio positivo di fine luglio e inizio agosto non ha cambiato lo scenario dei prezzi che è apparso, il mese scorso, piuttosto stabile e con poche transazioni. Le chiusure di alcune acciaierie e, soprattutto, l’incidenza del caro energia continuano a condizionare il mercato.

Parlando di rottame ferroso internazionale, Assofermet sottolinea: «La spinta della Turchia ha generato reazioni disomogenee nel resto dell’Europa, in particolare il mercato spagnolo e quello scandinavo hanno seguito il trend di prezzo turco con acquisti rapidi e in alcuni casi con quotazioni anche leggermente superiori. Il resto d’Europa ha reagito in maniera più contenuta e non immediata». Stagionalità e tema energetico hanno influenzato il mercato, ma in maniera meno marcata rispetto all’Italia. «A complicare in misura maggiore lo scenario è l’ulteriore indebolimento dell’Euro che ha raggiunto praticamente la parità, azzerando il vantaggio degli acquisti da Paesi Asiatici, in particolare dalla Cina».

Per quanto riguarda il rottame inox, la riapertura non ha al momento rilevato grande interesse da parte delle acciaierie ad acquistare e un atteggiamento attendista, dettato dalla grande incognita dei costi energetici.

Stabile, nel mese di agosto, anche il mercato della ghisa d’affinazione, dove offerta e disponibilità permangono buone così come la diversità dei prezzi a seconda della provenienza.

Il riavvio dopo la pausa estiva è stato lento e si registrano flessioni anche per le ghise di qualità, seppur il differenziale con la ghisa di affinazione rimanga importante. Nonostante il portafoglio ordini per la ghisa sferoidale sia buono, la variabile costi energetici e soprattutto la loro evoluzione rendono difficile la programmazione delle produzioni, così come gli acquisti.

Permane la debolezza dei prezzi delle ferroleghe di massa, dovuta sostanzialmente alle lunghe fermate delle acciaierie.


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