Nell'ultima settimana, i prezzi locali europei dei coils laminati a caldo (HRC) sono rimasti stabili. Tuttavia, l'attività commerciale nel nord Europa e in Italia continua a essere sottotono, a causa delle scorte elevate e la debolezza della domanda. Anche le offerte import sono rimaste pressoché invariate, mentre alcuni fornitori tentano di proporre livelli più alti per i carichi CFR e DDP. Vale la pena menzionare che, al momento, il commercio è quasi nullo a causa delle incertezze legate al CBAM. Inoltre, i partecipanti del mercato non hanno accolto di buon grado l'approvazione da parte della Commissione europea dell'utilizzo dei benchmark e dei valori di default, due strumenti fondamentali per l'implementazione del CBAM. Per diverse origini, i nuovi valori di default sono più elevati rispetto a quelli indicati nelle bozze trapelate, il che aumenta notevolmente i costi stimati delle importazioni.
Nello specifico, le acciaierie del nord Europa hanno continuato a offrire 630-650 €/t franco produttore per i nuovi ordini in consegna a gennaio e febbraio, come la settimana scorsa. Nel frattempo, i prezzi negoziabili per i coils in consegna a gennaio sono stati stimati a 610-630 €/t franco produttore, in aumento di 10 €/t rispetto all'estremità superiore del range su base settimanale.
Al contempo, in Italia le acciaierie stanno offrendo materiale a 620-630 €/t con consegna a gennaio, in aumento di 10 €/t rispetto all'estremità superiore del range su base settimanale. Il prezzo negoziabile per le consegne a gennaio è stato stimato a 600-620 €/t franco produttore, contro i 590-610 €/t franco produttore della settimana scorsa.
Per quanto riguarda le importazioni, i prezzi indicativi degli HRC si sono attestati a 490-520 €/t CFR, in aumento di 5 €/t rispetto all'estremità inferiore del range. Le offerte di HRC su base DDP che comprendono i costi del CBAM, invece, sono state segnalate a 595-610 €/t a seconda del fornitore, in aumento di 15 €/t rispetto all'estremità inferiore del range su base settimanale.
Questa settimana, le offerte import su base CFR che non includono i costi del CBAM sono state molto scarse e i fornitori hanno diffuso solo cifre indicative. In particolare, le offerte degli HRC provenienti dall'Indonesia si sono attestate a circa 600 $/t CFR (512 €/t), rispetto ai 485-495 €/t CFR della settimana scorsa. Inoltre, le offerte degli HRC indiani sono state segnalate a 575 $/t CFR (491 €/t), invariate su base settimanale. Tuttavia, le fonti segnalano che, da circa una settimana, sul mercato si parla di un accordo per un grande lotto di HRC indiani concluso al prezzo estremamente scontato di 500-510 $/t CFR Italia (427-435 €/t). Si noti che, al momento della pubblicazione, questa informazione non è stata confermata. Le offerte di HRC provenienti dalla Turchia, invece, sono state registrate a circa 610 $/t (520 €/t), dazio incluso.
La maggior parte delle offerte import di HRC che includono i costi del CBAM è stata segnalata a 595-610 €/t DDP sud Europa. L'estremità inferiore del range corrisponde alle offerte provenienti dall'Indonesia, pari a 595-600 €/t DDP. Le offerte dalla Turchia si collocano a 600-620 €/t DDP, mentre quelle provenienti da altri trader thailandesi, algerini e giapponesi sono state stimate a 620 €/t DDP Spagna.
Vale la pena menzionare che questa settimana la Commissione europea ha approvato l'utilizzo dei benchmark e dei valori di default, due strumenti fondamentali per l'implementazione del CBAM. Tali misure definiscono il quadro normativo per l'applicazione pratica del CBAM a partire dal 1° gennaio 2026. Tuttavia, ieri (11 dicembre), i benchmark e i valori di default per il settore siderurgico non erano ancora stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Nel frattempo, i partecipanti del mercato hanno iniziato a condividere bozze di allegati e atti di esecuzione tecnica che illustrano i benchmark e i valori di default proposti.
Gli insider hanno già utilizzato queste bozze per calcolare i possibili costi del CBAM. Ancora una volta, i risultati di tali calcoli hanno scatenato reazioni negative tra trader e, in particolare, fornitori esteri. Secondo queste stime preliminari, i costi del CBAM da applicare agli HRC provenienti dall'Indonesia supererebbero i 500 €/t, mentre quelli per il materiale indiano ammonterebbero a circa 230 €/t. Per i prodotti turchi e vietnamiti, invece, il peso del CBAM calcolato supera di poco gli 80 €/t.
«Questi calcoli si basano sui valori di default, che sono estremamente elevati. Le acciaierie indiane dovrebbero completare gli audit di terze parti previsti dai requisiti europei e comunicare i dati relativi alle emissioni tra circa un mese», ha commentato un trader indiano.