Al rientro dalle vacanze invernali, il mercato europeo ha registrato del movimento positivo in termini di prezzi ufficiali, ma il commercio effettivo ritarda nel riprendersi. L’aumento dei prezzi interni annunciato dal più importante produttore della regione è considerato un buon segno, ma molti pensano che – almeno per ora – il mercato non sia disposto ad accettarlo. Nel segmento delle importazioni sono state segnalate diverse trattative concluse, ma nel complesso gli scambi commerciali sono stati lenti, poiché i compratori stanno cercando di sondare la situazione dei prezzi locali, i movimenti delle materie prime e lo status delle quote. Inoltre, le crescenti preoccupazioni riguardo alla situazione in Yemen, nel mar Rosso e nel canale di Suez, ha fatto aumentare i rischi legati alla spedizione dei materiali dall’Asia. Ciò potrebbe influenzare la condizione del mercato delle importazioni nell’Unione Europea e l’equilibrio complessivo del territorio. «Il mercato delle importazioni è praticamente fermo. Le sfide logistiche causate dalla situazione nel mar Rosso si fanno sentire, e i venditori – soprattutto asiatici – si rifiutano di vendere», ha dichiarato a SteelOrbis una fonte europea.
All’inizio della settimana ArcelorMittal ha aumentato i prezzi di 50 €/t franco fabbrica nell’Unione Europea settentrionale. Alla fine della settimana le acciaierie del territorio hanno fissato le offerte tra i 770 e gli -800 €/t franco fabbrica, mentre il livello praticabile stimato per le spedizioni di marzo si attesta tra i 740 e i -750 €/t franco fabbrica. Nell’Europa meridionale le acciaierie offrono fino a 750 €/t franco fabbrica contro i 720-730 €/t franco fabbrica considerati praticabili oggi, ma alcuni acquirenti sperano ancora in sconti fino a 700 €/t franco fabbrica. All’inizio di gennaio le offerte ufficiali delle acciaierie europee erano state stimate tra i 700 e i 750 €/t franco fabbrica, mentre i livelli negoziabili a 680-700 €/t franco fabbrica, specialmente in Italia.
Nel segmento delle importazioni sono stati conclusi accordi per circa 20.000 t di HRC dall’Egitto a 730-735 $/t CFR Italia per la spedizione di marzo, mentre le nuove offerte si sono attestate intorno agli stessi livelli. Inoltre, le fonti hanno segnalato un volume simile venduto dall’India all’Europa a 695 $/t CFR, mentre le nuove offerte si attestano a 650-670 €/t (715-735 $/t CFR). Anche Taiwan era sul mercato con 700-710 $/t CFR, dopo alcune vendite a 670-680 $/t CFR chiuse prima delle vacanze. Il Vietnam stesso sta tenendo d’occhio le esportazioni di HRC, perché la situazione sul mercato locale e i prezzi in Cina sono sfavorevoli. Secondo le fonti, un produttore Vietnamita starebbe offrendo HRC per la spedizione di febbraio-marzo a 720 $/t CFR.
Per ora la Turchia sta offrendo all’UE ai livelli più alti, in parte a causa della forza degli HRC locali e del livelli del rottame d’importazione. Le quotazioni si attestano a 680-700 $/t FOB, ossia circa 670-690 €/t CFR dazio pagato; tuttavia, per ora non è un livello praticabile. La situazione potrebbe cambiare se gli acquirenti europei scegliessero l’opzione più sicura acquistando da un mercato vicino, anziché imbarcarsi in rischiose spedizioni per il mar Rosso.