alcuni accenni al rialzo sia nell’Europa settentrionale che meridionale, verificatisi malgrado la scarsa attività commerciale. Intanto, il sentiment sul mercato è contrastante: da un lato, alcuni operatori locali sostengono che la notizia della ripartenza di diversi stabilimenti produttivi (tra cui Salzgitter e Tata Steel Netherlands) nel primo trimestre del 2024 potrebbe mettere sotto pressione i prezzi dei coils laminati a caldo sul territorio, mentre dall’altro, molte fonti sono convinte che non si abbasseranno nel breve periodo a causa delle crescenti difficoltà nella prenotazione di materiali d’importazione.
Più precisamente, i grandi produttori del nord Europa hanno continuato a puntare a 800 €/t e perfino 820 €/t franco fabbrica per gli HRC in spedizione ad aprile, al pari della scorsa settimana. Tuttavia, poiché queste offerte sono ancora considerate impraticabili con qualche eccezione per gli 800 €/t, la maggior parte delle acciaierie sta quotando a 760-780 €/t franco fabbrica contro i 760-770 €/t franco fabbrica della scorsa settimana. «Al nord molte offerte vengono già presentate con consegna ad aprile. I volumi in consegna a marzo sono ormai limitati», ha dichiarato un operatore locale.
Le offerte dalle principali acciaierie italiane con consegna a marzo si sono stabilizzate a 765-770 €/t franco fabbrica, contro i 760 €/t franco fabbrica della scorsa settimana. Tuttavia, i prezzi negoziabili per gli HRC sono stati stimati a 750-760 €/t franco fabbrica, in aumento di 5-10 €/t su base settimanale. «Le acciaierie cercano di spingere i prezzi al rialzo, ma l’attività commerciale è limitata. La domanda degli utilizzatori finali è scarsa e molti hanno già scorte sufficienti», ha dichiarato un commerciante a SteelOrbis.
All’inizio di questa settimana, poi, è circolata la notizia della riaccensione dell’altoforno n.6 dello stabilimento di Tata Steel Netherlands a Ijmuiden, che ha una capacità annuale di 2,5 milioni di tonnellate di ghisa. Questa informazione, unita alla comunicazione della ripartenza di altri impianti produttivi – come l’altoforno A di Salzgitter Germany, il cui riavvio era stato annunciato già all’inizio di gennaio – ha sollevato qualche preoccupazione tra gli operatori. «La ripartenza degli impianti causa allarme, perché questa tendenza al rialzo tra le acciaierie europee è attribuita alla riduzione dell’offerta per i tagli alla produzione, non per la ripresa della domanda», ha spiegato un commerciante spagnolo a SteelOrbis.
Intanto, questa settimana l’attività di importazione è rimasta limitata, e le offerte sono invariate al livello di 665-715 €/t CFR. Le offerte da parte dei fornitori asiatici sono state segnalate a 665-680 €/t CFR, mentre quelle per gli HRC indiani si sono stabilizzate a 690 €/t CFR, in aumento di 10 €/t su base settimanale. «Gli acquirenti sono stati molto cauti per via dei rischi legati alla quota di salvaguarda, perciò l’attività commerciale si è interrotta», ha commentato un trader italiano.
Infine, dopo alcune trattative per HRC origine Turchia, questa settimana le offerte dal paese sono state stimate a 715 €/t CFR dazio incluso, sebbene, secondo alcuni operatori locali, «si potrebbero ancora raggiungere i 700 €/t CFR».