In Giappone, i produttori hanno dovuto abbassare il prezzo delle loro offerte di coils laminati a caldo (HRC) per l’export a causa di un calo della domanda all'estero, del peggioramento della pandemia nel Sud-est asiatico e della politiche di prezzo aggressive da parte della concorrenza. Si tratta, comunque, di un lieve calo: l’offerta è ancora limitata e nel mercato domestico la domanda rimane forte.
Secondo i dati di SteelOrbis, nel mercato asiatico il prezzo degli HRC SAE1006 da 2 mm si è attestato a 1.040-1.050 $/t CFR con spedizione ad agosto/settembre, scendendo di 20 $/t in un mese, nonostante in molti ritengano che, a fronte della domanda attuale, 1.025 $/t CFR sarebbe un prezzo più adeguato.
In Europa, l’ultimo ordine relativo a HRC giapponesi è stato chiuso a 990 €/t CFR Italia (1.175 $/t), prezzo leggermente in ribasso rispetto ai 1.000 €/t registrati a metà luglio. La domanda in Europa è rimasta bassa a causa delle circostanze stagionali e del fatto che i buyer sono riusciti a ottenere prezzi migliori da altri fornitori, come ad esempio la Turchia e il Vietnam (930 €/t CFR).
Ad agosto, i produttori giapponesi di HRC continueranno a valutare con cautela ulteriori riduzioni di prezzo dato che non prevedono un incremento sostanziale dell’offerta. «Abbiamo difficoltà a produrre abbastanza anche per i rilaminatori e altri clienti importanti - ha raccontato una fonte a SteelOrbis, spiegando perché i prezzi non scenderanno -. Le principali acciaierie giapponesi hanno ridotto il loro output per svariati motivi, come ad esempio il blocco temporaneo di alcuni altiforni per riparazioni».
Sempre la stessa fonte ha aggiunto che le acciaierie cinesi sono silenziose al momento e che i compratori che normalmente si rifornivano dalla Cina sono alla ricerca di fornitori alternativi.