Nelle ultime due settimane, i fornitori asiatici hanno aumentato le offerte di bramme nonostante il livello di domanda resti estremamente basso. Il trend rialzista osservato in Cina la scorsa settimana e le spinte dal lato dei costi hanno sostenuto i prezzi, anche se le transazioni concluse sono state rare e limitate a piccoli volumi, a prezzi simili o di poco superiori rispetto ai precedenti.
Le offerte attualmente disponibili per bramme di origine asiatica si collocano tra 450-460 $/t FOB per spedizioni tra settembre e ottobre, in rialzo di circa 15 $/t rispetto ai 435-445 $/t FOB registrati due settimane fa. «Il produttore indonesiano sta offrendo a 455 $/t FOB, anche se di fatto sta vendendo solo billetta e coils a caldo (HRC)», ha dichiarato un trader asiatico, precisando che l’offerta sulle bramme è più indicativa e sostanzialmente allineata ai prezzi della billetta. Una delle principali acciaierie vietnamite ha ritirato le proprie offerte questa settimana, dopo aver quotato 460 $/t FOB la settimana precedente. È circolata la voce di una vendita dal Vietnam verso gli Stati Uniti a tale livello, ma secondo diverse fonti di mercato non si tratterebbe di una transazione recente.
L’attività commerciale è risultata pressoché nulla in Europa e Turchia, complice il periodo festivo e la riluttanza degli acquirenti ad accettare prezzi più alti per le bramme in un contesto in cui le quotazioni dei prodotti finiti non mostrano segnali di miglioramento.
Nel Sudest asiatico, è stata segnalata una piccola vendita di 3.500 tonnellate di bramme cinesi, grado SP235, a 463 $/t CFR Thailandia. Tuttavia, la trattativa risale a circa 10 giorni fa e corrisponde a un prezzo FOB compreso tra 443-445 $/t. Un’altra vendita di 1.000 tonnellate di bramme SP355GM è stata conclusa a 503 $/t CFR, sempre in Thailandia, per spedizione tra fine agosto e inizio settembre. Da allora, non sono emerse nuove trattative nel mercato asiatico, dopo che le offerte per le bramme di grado base SP235 sono salite a 470 $/t CFR e oltre.