I prezzi della billetta proveniente dalla Cina hanno registrato ieri, 3 giugno, un nuovo calo, in scia alla flessione dei futures sull’acciaio determinata dalle notizie negative sulla domanda interna in Cina e dall’attesa per l’aumento dei dazi negli Stati Uniti. Sono circolate indiscrezioni su trattative a 405 $/t FOB, ma secondo quanto appreso da SteelOrbis tali livelli non sono stati confermati e sono stati definiti «troppo aggressivi», anche in un contesto di mercato così debole.
Il prezzo di riferimento per la billetta proveniente dalla Cina si è attestato ieri tra 410 e 420 $/t FOB, in calo di 7,5 $/t rispetto ai livelli registrati prima della breve festività. Secondo le fonti, sono state segnalate offerte ferme a 415 $/t FOB, con possibilità di piccoli sconti aggiuntivi, ma le voci secondo cui «oggi sarebbero emerse offerte a 405 $/t FOB» sono state ampiamente smentite dal mercato. «Si tratterebbe di un calo troppo brusco. È vero che la domanda in Cina è molto debole, ma non ci sono motivi per un crollo simile in un solo giorno», ha commentato un trader.
I principali fattori che hanno spinto al ribasso i prezzi dopo la festività sono stati l’annuncio dell’aumento al 50% dei dazi previsti dalla Sezione 232 negli Stati Uniti su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, misura che entrerà in vigore oggi, e i dati negativi sulla domanda interna in Cina. «Le vendite di abitazioni sono in calo e siamo entrati nella stagione estiva, quindi un trend ribassista è normale. Ciò che non è normale è il margine negativo», ha osservato un’altra fonte.
Intanto, il principale produttore indonesiano ha deciso di mantenere stabili le sue offerte di billetta a 428 $/t FOB per spedizione a settembre, non avendo urgenza di vendere. Anche i prezzi delle bramme si sono mantenuti stabili a 437 $/t FOB per spedizione ad agosto, mentre le offerte indonesiane di vergella si sono attestate a 505 $/t FOB.