I rappresentanti degli Stati Uniti e dell’Unione Europea non sono riusciti a raggiungere un accordo sulle tariffe di acciaio e alluminio, ma alcune notizie indicano che potrebbero riuscirci nelle prossime settimane o mesi.
I rappresentanti commerciali dell’UE miravano a trovare un modo per porre fine in maniera permanente alla tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio negli Stati Uniti e del 10% su quelle di alluminio, imposte per la prima volta nel 2018 ai sensi della Section 232. Tra gli altri argomenti trattati, anche la riduzione dell’impatto sull’Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti.
Attualmente, le tariffe della Section 232 sulle importazioni di acciaio e alluminio provenienti dall’UE sono sospese, ma la sospensione era subordinata all’accordo su misure per affrontare la sovraccapacità di Paesi come la Cina. I rappresentanti del commercio avevano fissato una scadenza a fine ottobre, ma i negoziatori starebbero puntando alla fine dell’anno per trovare un accordo.
È stato riportato che i rappresentanti degli Stati Uniti vogliono che l’UE applichi tariffe alle importazioni di acciaio dalla Cina, ma l’UE ha affermato che bisogna attendere la conclusione di un’indagine di un anno su tali importazioni per rispettare le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
In una dichiarazione relativa al mancato accordo, il presidente e amministratore delegato dell’AISI, Kevin Dempsey, ha affermato che l’industria siderurgica statunitense «apprezza gli sforzi in corso per arrivare a un nuovo accordo internazionale che affronti sia l’eccesso di capacità siderurgica non di mercato sia l’intensità di carbonio dell’acciaio importato da tutto il mondo».
Dempsey ha inoltre dichiarato: «L’AISI è delusa dal fatto che l’Unione Europea non sia stata disposta ad accettare le proposte degli Stati Uniti per stabilire nuove misure commerciali che possano affrontare efficacemente queste due questioni chiave, che sono fondamentali per il futuro delle industrie siderurgiche degli Stati Uniti e dell’UE».