L’amministrazione statunitense ha esortato i partner commerciali a presentare entro mercoledì 4 giugno la propria «miglior offerta» nei negoziati commerciali, con l’obiettivo di chiudere nuovi accordi prima dell’entrata in vigore dei dazi aggiornati, secondo quanto riportato da Reuters. Alcuni accordi sarebbero vicini alla conclusione, ma finora gli Stati Uniti ne hanno formalizzato solo uno, siglato con il Regno Unito lo scorso 8 maggio e del valore stimato di 6 miliardi di dollari.
Come riportato in precedenza da SteelOrbis, il presidente Donald Trump ha annunciato l’aumento dei dazi previsti dalla Sezione 232 su tutte le importazioni di acciaio e alluminio dal 25% al 50%, misura che entrerà in vigore oggi stesso.
Nel frattempo, continuano a moltiplicarsi le reazioni nei mercati internazionali. Catherine Cobden, presidente e CEO della Canadian Steel Producers Association (CSPA), ha dichiarato che l’aumento dei dazi al 50% provocherà gravi turbative e ricadute negative nelle catene di fornitura dell’acciaio, fortemente integrate tra Canada e Stati Uniti. «È fondamentale che il governo canadese reagisca con prontezza, reintroducendo in forma integrale contromisure tariffarie in linea con quelle statunitensi, e che vengano implementati nel più breve tempo possibile nuovi dazi alle frontiere per contrastare l’ingresso di acciaio oggetto di pratiche sleali», ha affermato.
Sulla stessa linea anche Kerstin Maria Rippel, direttrice generale della federazione siderurgica tedesca Wirtschaftsvereinigung Stahl (WV Stahl), secondo cui l’annuncio del presidente Trump rappresenta una nuova escalation nel conflitto commerciale transatlantico.
Rippel ha sottolineato come il dazio al 50% costituisca un pesante onere per l’industria siderurgica europea, e che tale misura porterà i Paesi tradizionalmente fornitori degli Stati Uniti a dirottare i loro flussi di acciaio verso il mercato europeo, aggravando le già forti pressioni all’import. Ha quindi ribadito la necessità che la Commissione europea mantenga un equilibrio tra misure rigorose di difesa commerciale e un approccio negoziale prudente.