Sarebbe dovuto terminare il 3 maggio il periodo di lockdown per coronavirus in India, ma per la seconda volta è stato prolungato. La nuova data di fine lockdown è stata fissata per il 17 maggio. Tuttavia, il ministro dell'Interno di New Delhi ha indicato che «alla luce dei significativi passi avanti nella crisi generata dal COVID -19, alcune aree, con pochi o nessun caso di contagio, vedranno considerevoli alleggerimenti del blocco».
La Confederazione delle industrie indiane (CII), il principale organo di rappresentanza industriale del paese, ha recentemente chiesto che il contributo economico di ciascun distretto venga preso in considerazione al momento della classificazione delle zone di blocco. In aggiunta, ha dichiarato che i distretti con elevati contributi economici dovrebbero essere autorizzati a riprendere tutte le attività industriali, senza distinzione tra attività essenziali e non essenziali, comprese le zone di contenimento con i più alti protocolli di sicurezza.
Chandrajit Banerjee, direttore generale della CII, ha chiesto per la terza fase di blocco che venga definita una strategia mirata per ridurre al minimo la contrazione economica causata dal virus, utilizzando ogni mezzo possibile per controllare il contagio.
Il principale produttore di autovettore del paese, Maruti Suzuki, non ha fretta di normalizzare la produzione, tuttavia ha ricevuto il permesso per riprendere le operazioni in due dei suoi stabilimenti.
Shekhar Vishwanathan, vice presidente di Toyota Kirloskar Motors Limited, ha comunicato che potrebbe riavviare la produzione a partire dalla terza o quarta settimana di maggio. La sua principale preoccupazione è a che punto sarà la domanda nel periodo di ripartenza.
T. V. Narendran, CEO di Tata Steel, ha comunicato che sta operando al 50% della sua capacità. La percentuale potrebbe aumentare fino al 60% se l'azienda fosse certa di un ritorno al mercato da parte di un sufficiente numero di clienti.