IREPAS, comitato produttori: i mercati non sono mai stati migliori

martedì, 19 ottobre 2021 15:43:43 (GMT+3)   |   Istanbul
       

«È un ottimo periodo per essere nel business dell'acciaio» ha affermato Michael Setterdahl di GFG Alliance - Liberty Steel Mills nel corso dell'evento "SteelOrbis 2021 Fall Conference & 85th IREPAS Meeting" tenutosi virtualmente ieri, 18 ottobre. Setterdahl, che all'interno di IREPAS rappresenta la categoria dei produttori, ha dichiarato che «i mercati non sono mai stati migliori» e che anche il primo trimestre del 2022 sarà eccellente, purché la Cina non inizi ad aumentare le proprie esportazioni. Ha sottolineato inoltre che il consumo d'acciaio sta crescendo ad un tasso più alto al di fuori della Cina.

Considerato che i costi della produzione di acciaio sono aumentati di 120 €/t negli ultimi mesi, Setterdahl ha affermato che nel medio termine ci saranno degli extra o delle tasse legate alla C02 e quindi sovrapprezzi su tutti i prodotti. Al momento esistono "surcharge" sulle ferroleghe, mentre il riferimento al gas naturale o all'elettricità nel prezzo dell'acciaio è molto scarso. Commentando i costi dell'energia, il manager di Liberty ha sostenuto che l'Ue e i mercati emergenti saranno più colpiti di altri dagli aumenti poiché importano energia.

Setterdahl ha sottolineato che la domanda di acciaio in Cina sta rallentando: secondo le previsioni, il tasso di crescita scenderà dal 6,5 percento al 4,9 percento. «Poiché i livelli di scorte stanno aumentando e poiché le autorità cinesi temono l'aumento dei prezzi degli edifici residenziali a causa del rincaro di tondo e cemento, penso che ci sia una spinta politica in Cina per ridurre la domanda», ha osservato Setterdahl. In risposta a una domanda sulla ripresa delle esportazioni da parte della Cina, il presidente del comitato produttori di IREPAS ha affermato che i produttori cinesi potrebbero volersi rivolgere ai mercati di esportazione per mantenere i loro volumi di vendita a fronte di un rallentamento dei consumi interni. Tuttavia, Pechino non consentirà esportazioni di massa: 20 milioni di tonnellate potrebbero essere un volume tollerabile ma, qualora si tornasse a cifre vicine ai 65 milioni di tonnellate di qualche anno fa, allora le autorità cinesi interverrebbero senza alcun dubbio. 


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