Secondo quanto ha affermato l'agenzia di rating ICRA nel suo ultimo rapporto sul settore dell'acciaio venerdì 2 settembre, le aziende siderurgiche indiane si troveranno in difficoltà nel prossimo futuro poiché l'ambiente esterno sembra diventare sempre più difficile nei principali mercati di consumo globali.
Il consumo di acciaio in Cina, che ha rappresentato il 52% della domanda globale nell'anno solare 2021, sta registrando una tendenza al ribasso poiché l'economia si prepara all'impatto combinato della bolla immobiliare, dei lockdown causati dalla pandemia e di una grave ondata di caldo, ha dichiarato l'ICRA.
Secondo il rapporto, è probabile che una combinazione di un'inflazione senza precedenti dovuta alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento energetico e alimentare a seguito della guerra Russia-Ucraina e ai forti aumenti dei tassi da parte delle banche centrali soffocherà le attività economiche nei centri di consumo di Stati Uniti, Unione Europea, Giappone e Corea del Sud, che nel 2021 rappresentavano il 20% della domanda globale di acciaio.
In India, invece, la produzione di acciaio grezzo è cresciuta a un buon ritmo dell'8,9% nel periodo aprile-luglio dell'anno fiscale in corso.
Allo stesso tempo, si prevede che le spese in conto capitale combinate del governo centrale e statale aumenteranno di oltre il 22%, e quindi la domanda interna di acciaio prevista potrebbe essere del 7-8% nel 2022-23.
Tuttavia, l'ICRA ha affermato che i prezzi locali dell'acciaio rimarranno sotto pressione nel breve periodo, poiché influenzati dalle tendenze emergenti nei mercati siderurgici globali. L'imposizione di dazi all'esportazione sui prodotti finiti di acciaio, insieme al rallentamento della domanda sui mercati internazionali, ha reso le esportazioni poco attraenti.
In precedenza, l'ICRA si aspettava una contrazione del 25% delle esportazioni di acciaio finito dell'India. Tuttavia, poiché le stime per i primi quattro mesi (aprile-luglio) indicano solo 600.000 tonnellate di esportazioni di acciaio finito al mese contro una media di 1,12 milioni di tonnellate al mese nell'anno fiscale precedente, è più probabile che le esportazioni di acciaio finito assistano a un calo del 40-45% nell'esercizio 2022-23.
Un'altra sorpresa negativa emersa dal rapporto è che le esportazioni di semilavorati, non soggette a dazi, non sono finora riusciti a riprendersi, rafforzando la visione di un contesto di domanda esterna debole; ci si aspetta una diminuzione del 55% delle esportazioni totali di acciaio, semilavorato e finito.