Strappo tra il gruppo Marcegaglia e Federacciai, l'associazione delle imprese siderurgiche italiane. Il motivo va ricercato nella scelta di Federacciai di seguire EUROFER nella risposta ai dazi di Trump; ufficialmente quindi, nessuna rottura con la federazione dei siderurgici di Confindustria, ma una diversità di vedute sull' applicazione della cosiddetta "clausola di salvaguardia" per la gestione dei flussi dell'import per i trasformatori, tra i quali vi è il gruppo mantovano.
L'uscita di Marcegaglia è dovuta al fatto che Federacciai "si è confermata in modo deciso l'associazione dei produttori – si legge nella lettera inviata dal presidente e amministratore delegato Antonio Marcegaglia al presidente di Confindustria Vincenzo Boccia - disconoscendo le argomentazioni e gli interessi della prima e seconda trasformazione", nonostante queste rappresentino "una componente fondamentale" della filiera.
"Pur riconoscendo l'esistenza e interessi e pareri contrapposti in seno all'associazione - scrive ancora Marcegaglia - mi ha colpito la non volontà di cercare una sintesi che avrebbe correttamente rappresentato le diverse anime della filiera italiana".
"La posizione finale di Federacciai" ha rappresentato "una clamorosa e inaspettata inversione rispetto a quanto ampiamente discusso in sede di Consiglio di Presidenza". In sostanza, "si è deciso di smentire i precedenti pronunciamenti di Federacciai stessa, comunicati alle istituzioni nazionali e comunitarie a favore della linea dettata da EUROFER", e questo, secondo Marcegaglia, "in modo opportunistico e strumentale".
La scelta "attinente alla non partecipazione alla associazione di categoria - ha precisato Marcegaglia - nulla a che fare con il prezioso lavoro di Confindustria nazionale e con la linea del presidente Vincenzo Boccia, che continueremo a sostenere con forza e convinzione, confermando la partecipazione delle aziende del gruppo in tutte le sedi territoriali".