Secondo quanto riferito dalla China Iron and Steel Association (CISA) al 23 gennaio (cioè alla vigilia delle festività del capodanno cinese) le scorte di minerale ferroso di importazione presso i porti cinesi erano pari a 124 milioni di tonnellate, facendo registrare un calo del 2,36% rispetto al 31 dicembre. A inizio febbraio le scorte di minerale ferroso sono leggermente incrementate, indicando una fornitura stabile della materia prima.
Sempre secondo i dati CISA, al 7 febbraio l’indice Composite Steel Price Index (CSPI) era a 103,86 punti percentuali, in calo del 2,24% rispetto a fine gennaio e del 2,73% su base annua. Il China Iron Ore Price Index (CIOPI) a fine gennaio era a 344,95 punti, in crescita del 3,58% rispetto a fine dicembre, 0,71 punti percentuali al di sotto rispetto alla crescita registrata a dicembre. I prezzi degli acciai finiti hanno mostrato il trend opposto rispetto a quelli del minerale di ferro, lasciando presagire che questi ultimi probabilmente scenderanno in futuro.
Nel periodo 11-20 gennaio la produzione media giornaliera di acciaio grezzo dei produttori membri CISA è stata pari a 1,9747 milioni di tonnellate, in crescita dello 0,35% rispetto al livello medio registrato nel periodo 1-10 gennaio. A causa del coronavirus, le industrie a valle sono state costrette ad estendere il periodo di vacanze e attuare adeguate misuri per contenere la diffusione del virus che, una volta ripresa la produzione, eserciterà un impatto negativo sulla domanda di acciaio. I produttori di acciaio in Cina ridurranno il tasso di utilizzo degli impianti, circostanza che porterà all’indebolimento della domanda di minerale di ferro. La CISA prevede di conseguenza che ci sia spazio per una ulteriore contrazione dei prezzi del minerale ferroso.