La holding statale spagnola Sociedad Estatal de Participaciones Industriales (SEPI) ha stanziato fondi per un valore di 550 milioni di euro per risanare l’azienda siderurgica CELSA. Ad oggi si tratta dell'importo più alto destinato al salvataggio di un'azienda spagnola. Tuttavia, il produttore siderurgico è ostacolato dai suoi creditori guidati da Goldman Sachs e Deutsche Bank per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi in questione. I fondi restano inoltre soggetti all'approvazione della Commissione europea.
Le suddette banche, che nel 2018 hanno acquistato i debiti di CELSA da altre banche con sconti fino al 90%, intendono ora ottenere rendimenti medi annui prossimi all'80%. In particolare, le banche chiedono i primi 550 milioni di euro di ricavi operativi che il gruppo otterrà dopo la ristrutturazione del debito, più il 49% del valore generato fino al 2029. La riluttanza di CELSA ad accettare queste condizioni starebbe mettendo a rischio l’operazione.
Anche il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez è intervenuto nella questione e ha parlato con il presidente della Deutsche Bank per aiutare a salvare la società, anche se sembra che la banca non abbia cambiato posizione.
Mentre il presidente di CELSA Francesc Rubiralta ha affermato che i fondi creditori «non hanno mai finanziato l'azienda né si sono interessati al suo piano strategico», i fondi suggeriscono che l'unico ostacolo al piano di salvataggio della SEPI sono gli interessi economici della famiglia Rubiralta.
Se le parti non riusciranno a raggiungere un accordo entro il 28 giugno, i posti di lavoro e il piano strategico di CELSA saranno a rischio, poiché il fondo SEPI scadrà il 30 giugno.