Assofermet dice no all’estensione del periodo di notifica per l’export di rottami

martedì, 18 luglio 2023 16:29:50 (GMT+3)   |   Brescia

Inapplicabile, secondo Assofermet, la modifica di legge che estende il periodo di notifica preventiva per chi esporta rottame. Sostenendo che la decarbonizzazione è una sfida comune a tutta la filiera dell’acciaio, l’associazione ha quindi chiesto un incontro a Federacciai per affrontare l’argomento.

Il 6 luglio è entrata in vigore la disposizione di legge che modifica nuovamente la tempistica della notifica preventiva al MIMIT e al MAECI sull’export di rottami ferrosi dall’Italia verso Paesi extra UE, portandola a 60 giorni rispetto ai venti prima previsti (Art. 6-ter Legge 3 luglio 2023, n. 87, di conversione del D.L. 10 maggio 2023, n. 51).

Le problematiche legate a questa modifica, secondo Assofermet, sono da ricercare prima di tutto nella difficoltà di prevedere la data di esportazione in dogana per numerose variabili. «Si segnala, altresì, che in ambito contrattuale, a livello internazionale, l’anticipo della tempistica in esame va a incidere su un elemento chiave di tali operazioni, rendendone complicata in misura maggiore la programmazione con la controparte estera, al punto tale da impedirne la realizzazione» ha aggiunto l’associazione. «Il commercio internazionale non è quindi tarato per concordare un prezzo a 60 giorni, ma al massimo a 20».

Inoltre, secondo quanto ha ricordato Assofermet, quando le acciaierie rallentano o sospendono il ritiro del rottame, risulta impossibile effettuare consegne regolari. «È pertanto di tutta evidenza che, per non incorrere nelle violazioni di natura penale delle prescrizioni autorizzative relative agli stoccaggi massimi consentiti, il rottame in surplus, giacente presso gli impianti autorizzati delle imprese del settore, deve necessariamente trovare vie alternative».

La siderurgia italiana, ha aggiunto l’associazione, è coperta non solo da un gettito di rottame sul mercato dell’UE inutilizzato e non solo, ma anche da Paesi extra UE a cui le acciaierie italiane fanno ricorso nei momenti di mercato favorevoli allo scopo di migliorare la propria competitività.

Assofermet ha dichiarato di auspicare un intervento del Governo ai fini del ritiro del provvedimento in esame (nuovamente prorogato sino al 31 dicembre 2026) o perlomeno di ripristino dei 20 giorni prima dell’operazione di esportazione, reintroducendo, in ogni caso, anche la data di scadenza al 31 dicembre 2023. «Continuare a indebolirlo con continue misure restrittive non appare la strada giusta per riuscire ad aumentare il gettito interno e, più in generale, non farà bene al sistema Paese nel suo complesso» ha affermato l’associazione. «Penalizzare l’economia circolare legata al mondo dei rottami metallici e in primis la raccolta che, com’è noto, ha luogo sin dal secondo dopo guerra nel modo più capillare e attento possibile, scoraggerà qualsiasi futuro investimento orientato al consolidamento degli attuali equilibri tra gli attori della filiera, favorendone invece un modello di sviluppo disaggregato che necessariamente risulterà assai meno efficiente di termini di competitività economica e di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’intero settore».

Assofermet ha quindi chiesto un incontro con Federacciai con l’obiettivo di trovare un percorso condiviso, evidenziando la disponibilità a discutere dell’argomento e la consapevolezza che la decarbonizzazione sarà una sfida comune, in cui il settore della raccolta, recupero e riciclo dei rottami ferrosi avrà un ruolo fondamentale insieme alla siderurgia.


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