Il mercato statunitense della ghisa basica (BPI) all’import si trova in una fase di incertezza dopo l’annuncio dell’imposizione di un dazio del 50% sul materiale proveniente dal Brasile, principale fornitore di BPI agli Stati Uniti. Al momento non si registra panico tra gli acquirenti, poiché le scorte risultano ancora sufficienti, ma i prezzi negoziabili hanno registrato un aumento indicativo e l’attenzione si è spostata sulle origini asiatiche.
L’assenza dei fornitori brasiliani dal mercato statunitense ha spinto i livelli di prezzo negoziabili a 445-460 $/t CFR, in rialzo di circa 12,5 $/t rispetto ai valori precedenti all’annuncio delle misure tariffarie. È circolata una voce relativa a una vendita di BPI di origine indiana a 445-450 $/t CFR, ma secondo un trader «non ci sono conferme, poiché il dazio previsto renderebbe l’operazione non sostenibile». Il dazio reciproco sull’India è stato fissato preliminarmente al 26%, con entrata in vigore prevista per il 1° agosto, ma il Paese è attualmente impegnato in negoziati attivi con gli Stati Uniti. Proprio nella giornata di venerdì 26 luglio, il ministro del Commercio indiano Piyush Goyal ha dichiarato che l’India sta compiendo «progressi straordinari» nei colloqui per un accordo commerciale.
Nei giorni scorsi, l’Indonesia ha raggiunto un’intesa che ha portato il dazio sulle spedizioni verso gli Stati Uniti a scendere dal 32% al 19%. Anche il presidente Trump ha confermato che il dazio reciproco sul Vietnam sarà fissato al 20%, un livello nettamente inferiore rispetto al 46% inizialmente annunciato.
L’Ucraina è considerata uno dei principali potenziali fornitori alternativi di ghisa verso gli Stati Uniti, soggetta a un dazio del 10%. Il livello negoziabile per la BPI di qualità base (considerata superiore rispetto a quella indiana) si colloca attualmente a 450-460 $/t CFR.