I prezzi della ghisa basica (BPI) di origine russa hanno registrato un ulteriore aumento nell’ultima settimana, sulla scia del rafforzamento dei prezzi del rottame in Turchia. Tuttavia, gli scambi sono rimasti limitati, poiché i principali produttori continuano a fronteggiare livelli elevati di scorte, mentre le prospettive per il mercato della ghisa non appaiono particolarmente positive.
Il prezzo di riferimento di SteelOrbis per la ghisa russa si è attestato tra 315-330 $/t FOB, con un valore medio di 322,5 $/t FOB Mar Nero, in rialzo medio di 9 $/t rispetto alla scorsa settimana.
Questa settimana, i prezzi praticabili per il rottame HMS d’importazione in Turchia (in particolare di origine statunitense) sono aumentati di 7 $/t, raggiungendo i 347 $/t CFR. Sebbene alcuni operatori ritengano che il mercato del rottame abbia ormai margini di crescita limitati, questo ha comunque contribuito a sostenere i prezzi della ghisa. Gli acquirenti turchi si sono detti disposti a pagare fino a 330 $/t FOB per piccoli volumi (fino a 5.000 t) di BPI russa, equivalenti a circa 350 $/t CFR Turchia. Al momento non sono emerse nuove transazioni. Ufficialmente, il principale produttore russo mantiene le sue offerte a 350 $/t FOB, ma per volumi più consistenti almeno un’altra acciaieria è disposta a negoziare su livelli inferiori, intorno a 315-320 $/t FOB, ovvero 335-340 $/t CFR Turchia.
«Vedo che i produttori puntano ad almeno 340 $/t FOB con il cambio attuale, ma non siamo ancora a quei livelli», ha dichiarato una fonte commerciale.
La BPI russa di alta qualità, a basso contenuto di manganese e zolfo, è stata offerta a 380 $/t FOB, ma i livelli negoziabili si attestano almeno 10 $/t più in basso.
Uno dei principali fattori di rischio per il mercato russo della ghisa rimane l’elevata quota invenduta. «Nella prima metà di maggio, il principale produttore ha trasportato solo 5.000 tonnellate via treno al porto [di Novorossiysk]. Normalmente, in due settimane si movimentano tra 60.000 e 75.000 tonnellate. Questo lascia pensare che abbiano ridotto significativamente la produzione o che stiano accumulando scorte presso l’impianto», ha affermato una fonte di mercato.
Non vi sono state conferme ufficiali riguardo a tagli significativi della produzione di ghisa presso i principali stabilimenti, ma secondo i produttori è previsto un calo della produzione di acciaio nei mesi estivi. Se lo scenario non dovesse cambiare, aumenteranno le pressioni al ribasso sui prezzi della ghisa.