I prezzi del premium hard coking coal (PHCC) proveniente dall’Australia sono tornati sopra i 190 $/t FOB, sulla scia delle voci relative all’introduzione di un dazio all’esportazione in Mongolia, che hanno generato timori per l’offerta a livello globale, e grazie a una domanda stabile dall’India.
Nel corso di questa settimana è stato concluso un contratto per 75.000 tonnellate di PHCC a media volatilità di tipo Goonyella al prezzo di 193 $/t FOB, con spedizione prevista a luglio. Il precedente accordo per lo stesso materiale, concluso a metà maggio, era stato chiuso a 195,6 $/t FOB, mentre le ultime offerte di acquisto per materiale a media volatilità si attestavano al massimo a 185 $/t FOB. La fornitura è destinata al mercato indiano, dove la domanda si mantiene stabile e gli acquirenti sono tornati attivi dopo una breve pausa. I trader proponevano quotazioni nell’ordine di 208-210 $/t su base CFR alle acciaierie indiane.
Anche un’offerta di vendita per 75.000 tonnellate di PHCC a bassa volatilità di tipo Oaky North è tornata a 190 $/t FOB, livello già registrato venerdì scorso ma superiore di 4 $/t rispetto alle quotazioni di inizio settimana. Il materiale è destinato alla Cina o ad altri mercati dell’Estremo Oriente, che potrebbero essere influenzati dalle possibili restrizioni all’offerta da parte della Mongolia. Il 4 giugno sono emerse voci secondo cui il governo mongolo potrebbe introdurre una tassa sulle royalty del 20% per i produttori di carbone da coke destinato all’export, misura che avrebbe un impatto rilevante sul mercato cinese. Pur in assenza di conferme ufficiali, nella giornata di oggi – 5 giugno – i futures sul carbone coke in Cina sono aumentati del 7%.
All’inizio del 2025, il governo della Mongolia aveva previsto che le esportazioni annuali di carbone da coke avrebbero raggiunto i 45 milioni di tonnellate. Il carbone da coke proveniente dalla Mongolia rappresenta attualmente circa il 25-30% delle importazioni complessive cinesi di questa materia prima.