«Se i prezzi del rottame rimbalzassero il prossimo mese, non mi sorprenderei di vedere i coils a caldo a quota 70 $/cwt. (1.543 $/t)». Questo è stato il commento di una fonte negli Stati Uniti, dove i prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) ammontano attualmente a 1.477-1.499 $/t FOB acciaieria. Un anno fa si attestavano a 1.191-1.301 $/t. Allo stesso tempo, le quotazioni dei coils a freddo (CRC) sono pari a 1.698-1.720 $/t FOB acciaieria, mentre nella seconda settimana del secondo trimestre del 2020 ammontavano a 1.345-1.433 $/t.
La domanda resta forte, nonostante la scorsa settimana costruttori d'auto come Ford e General Motors abbiano annunciato tagli alla produzione a causa della carenza di semiconduttori. «L'unico settore nel quale la richiesta non è forte è quello delle costruzioni – ha affermato un operatore –. Altrove, ad esempio nel settore dei beni durevoli come gli elettrodomestici, la domanda è pari o leggermente inferiore ai livelli pre-Covid».
A non essersi del tutto ripresa è la produzione di acciaio. Nella settimana terminata il 10 aprile, il tasso di utilizzo della capacità produttiva è ammontato al 77,6%, mentre un anno fa si attestava ancora all'82,5%.
Diverse fonti hanno riferito che i volumi sul mercato a pronti sono scarsi e che le consegne subiscono ritardi. «È pieno di ordini arretrati e le acciaierie hanno programmato con strategia i periodi di manutenzione e fermo impianti allo scopo di tenere il mercato in tensione» ha commentato un altro operatore.
Nonostante si preveda un significativo incremento della capacità produttiva entro il prossimo anno, non si prevede alcun surplus di offerta nei prossimi mesi. Inoltr, molti si aspettano una correzione dei prezzi dei prodotti piani, ma il "new normal" potrebbe consistere in «livelli di prezzo ben al di sopra di quelli a cui eravamo abituati in passato».