In India il mercato dell'acciaio rimane piuttosto calmo, con una domanda che rimane al di sotto delle aspettative degli analisti. Logica conseguenza di ciò è il fatto che i produttori indugino nell'applicare i desiderati rincari ai listini. Per quel che concerne le quotazioni di mercato, il range è piuttosto ampio, con una marcata variabilità a seconda delle aree del paese: i coils laminati a caldo (HRC), ad esempio, vanno dai 620 ai 640, fino ai 660 $/ton. Il segmento più vivace è quello dei coils zincati (HDG): quelli con spessore da 0,6 mm si attestano a 800-810 $/ton franco magazzino.
Dal lato delle importazioni, si rilevano alcune offerte da parte dei fornitori cinesi, con prezzi in rallentamento rispetto ai picchi raggiunti due settimane fa. In questo momento, gli HRC vengono proposti a 590 $/ton FOB, contro i 610-620 $/ton di prima. Tuttavia, i compratori indiani preferiscono rivolgersi al mercato interno dato che, calcolate le varie tasse sull'import, le offerte della Cina risultano essere meno convenienti rispetto a quelle avanzate dai fornitori locali. Riguardo ai CRC, i prezzi restano più o meno invariati: 720-725 $/ton FOB per i materiali con spessore da 1 mm. Peraltro vi è da dire che in India il mercato dei CRC va meglio in confronto a quello degli HRC, grazie soprattutto al dinamismo del settore automotive.
Per quanto attiene alle esportazioni, i trader indiani stanno offrendo gli HRC all'Europa a un prezzo base di 530-545 €/ton CFR Anversa con consegna a fine settembre, ma finora la risposta dei clienti del vecchio continente è stata tutt'altro che entusiasmante. Nel frattempo si rilevano alcune transazioni di HRC e HDG verso i paesi mediorientali.
Tornando in ambito interno, gli elevati livelli delle scorte stanno esercitato una notevole pressione sul mercato dei piani indiano, e se in futuro la domanda mancherà di progredire tale problema non potrà che peggiorare. Oltretutto le acciaierie non accennano a ridurre gli output, e per deflazionare il mercato sarà necessario potenziare il più possibile le vendite sull'export. In quest'ottica, si prevede un intensificazione delle offerte rivolte ai mercati europei i quali, al rientro dalla pausa estiva, dovrebbero rivitalizzare in certa misura le attività di approvvigionamento.