Il mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) ha registrato una lieve attività questa settimana, mentre i prezzi locali in Italia e nei Paesi del nord Europa sono rimasti invariati. Le importazioni sono rimaste inferiori alle aspettative, dato che i requisiti del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) e le quote limitate continuano a gravare sul sentiment degli acquirenti.
In particolare, le offerte delle acciaierie del nord Europa sono state registrate a 600-630 €/t franco produttore per i nuovi ordini con spedizione a novembre, pressoché come la settimana scorsa. Le offerte per gli HRC delle acciaierie italiane sono rimaste stabili a 570-580 €/t al nord, con alcune fonti che segnalano transazioni a 560 €/t e 540-550 €/t. Tutti i prezzi sono da intendersi franco produttore. Tuttavia, non sono stati segnalati accordi per volumi considerevoli questa settimana.
Nel frattempo, il mercato delle importazioni è rimasto sottotono. Infatti, l’interesse all’acquisto è stato compromesso dall’incertezza creata dalle norme del CBAM e dalla disponibilità limitata delle quote. Gli operatori del settore hanno riferito che la maggior parte degli acquirenti preferisce ritardare gli ordini finché la situazione non sarà più chiara. Le offerte indicative per gli HRC importati oscillano tra 505-540 €/t CFR, a seconda dell’origine, in aumento di 5 €/t all’estremità inferiore dell’intervallo su base settimanale. L’estremità inferiore dell’intervallo corrisponde alle offerte nei Paesi del sud Europa per gli HRC provenienti dall’Indonesia, che sono state segnalate a 505-515 €/t CFR in Spagna e 510 €/t CFR in Italia.
Al contempo, secondo le fonti, il Giappone ha concluso accordi a 570 €/t DDP, mentre i clienti si mostrano restii a fare acquisti su base CIF FO. «570 €/t DDP è un prezzo alto, ma include i costi previsti dal CBAM e lo sdoganamento avverrà a gennaio 2026», ha riferito un operatore a SteelOrbis. Ha poi aggiunto: «Il CBAM richiederà minimo 30-40 €/t, forse persino 50-60 €/t, ma nessuno ha dati certi. Alcuni trader si assumono i rischi se le acciaierie supportano l’operazione, perché conoscono il tenore di carbonio che comunicheranno».
«Molti altri fornitori, quelli algerini per esempio, non propongono offerte in Spagna perché sanno che non ci saranno quote disponibili per il resto dell’anno. Inoltre, gli acquirenti non completeranno le transazioni per lo sdoganamento del 2026 finché la Commissione europea non specificherà quali norme del CBAM entreranno in vigore. Di conseguenza, quasi tutti i clienti si riforniscono dalle acciaierie europee, facendo affidamento su materiali venduti in anticipo», ha riferito un operatore spagnolo.
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